Dossier illegali Telecom, il gup: “Inattendibili le parole di Tronchetti Provera”

Marco Tronchetti Provera

”La attendibilità” delle dichiarazioni di Marco Tronchetti Provera nel corso dell’udienza preliminare sulla vicenda Dossier Illegali Telecom ”e’ risultata gravemente inficiata” da ”nette smentite alla sua ricostruzione degli avvenimenti” e ”non pare bisogni indugiare oltre nell’evidenziare la inaffidabilita”’ delle dichiarazioni di Tronchetti.

Lo scrive il gup di Milano, Mariolina Panasiti nelle motivazioni dell’ordinanza con cui nelle scorse settimane ha cancellato l’accusa di appropriazione indebita ai danni di Telecom e Pirelli, contestata ad alcuni degli imputati.

Il presidente di Pirelli, e all’epoca dei fatti anche di Telecom, era stato sentito nel corso dell’udienza preliminare, chiamato in causa dall’investigatore privato Emanuele Cipriani che aveva spiegato che l’opera di ‘dossieraggio’ rispondeva agli interessi delle aziende.

Il gup Panasiti, nelle motivazioni dei patteggiamenti depositate il 14 giungo scorso, aveva scritto che i dossier rispondevano ”a specifici interessi” di Telecom e Pirelli e di Tronchetti Provera.

L’attendibilita’ delle dichiarazioni da lui rese davanti ai magistrati, scrive il gup nelle oltre 300 pagine di motivazioni depositate oggi, e’ inficiata ”dalle contrarie indicazioni rese dagli altri testimoni”, da ”una valutazione logica degli avvenimenti che conduce a ritenere che le operazioni sopra descritte non potevano essere frutto di una attivita’ autoreferenziale del Tavaroli (Giuliano, ex capo delle security di Telecom e Pirelli, ndr) bensi’ di un pieno e soddisfatto interesse aziendale e di esso Tronchetti Provera in particolare”.

Inattendibili, inoltre, per la ”documentazione rinvenuta”, ma anche per ”alcune affermazioni pervenute dal predetto in udienza, che icasticamente descrivono quello che e’ stato durante tutte le indagini l’atteggiamento processuale del Presidente delle due societa’, sintetizzabile in una radicale negatoria anche degli aspetti piu’ evidenti della vicenda, che assai difficilmente poteva non conoscere, proprio perche’ verificatisi in entrambe le aziende da lui dirette”.

Il giudice cita ”episodi avvenuti in udienza, assai sintomatici dell’ atteggiamento teste’ descritto” e in particolare, quando Tronchetti ”rispondeva” al legale di Cipriani, l’avvocato Vinicio Nardo, ”che egli ricordava solo il nome della prima moglie del fratello, non anche della seconda”. Il giudice ritiene ”del tutto superflua ogni riepilogazione delle dichiarazioni di costui, improntate ad una assoluta, totale, ostinata negazione di tutto cio’ che gli veniva richiesto”, come ”l’episodio della amnesia sul cognome della cognata”.

Il legale di Pirelli. Per Roberto Rampioni, legale di Pirelli un “patteggiamento non è un’ammissione di responsabilità”. “La scelta delle società di chiedere il cosiddetto patteggiamento non può essere letta come implicita ammissione dell’insussistenza del reato di appropriazione indebita: infatti la responsabilità delle società dipende esclusivamente dal fatto che i dipendenti hanno commesso il delitto di corruzione in un’epoca in cui le società, comunque tra le prime in Italia a recepirlo, non avevano ancora approvato il modello organizzativo (che è ciò che secondo la legge esonera da responsabilità la società)”.

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Maria Elena Perrero