Il gip di Perugia ha prosciolto l’ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e l’ex funzionario dello stesso servizio segreto Pio Pompa dall’accusa di avere violato la privacy di magistrati, giornalisti, politici ed esponenti istituzionali nell’ambito della vicenda relativa al presunto archivio riservato trovato a Roma negli uffici di via Nazionale.
Della decisione si è appreso lunedì a margine dell’udienza preliminare in corso davanti allo stesso giudice nella quale la procura del capoluogo umbro ha chiesto il rinvio a giudizio di Pollari e Pompa ipotizzando tra l’altro il reato di peculato sempre in relazione alla vicenda del presunto archivio riservato.
Riguardo all’accusa di violazione della privacy dei magistrati era stata la stessa procura di Perugia a chiedere di archiviare il fascicolo. Istanza alla quale si erano però opposte alcune delle persone offese dal reato.
Pollari e Pompa sono stati prosciolti dal gip con formula piena, come come era stato sollecitato dai loro difensori, gli avvocati Titta e Nicola Madia, Franco Coppi e Walter Biscotti. Secondo il giudice, infatti, le informazioni acquisite provenivano da fonti “aperte” come Internet e non riservate.
Pio Pompa è stato rinviato a giudizio per procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Un’accusa che gli è stata mossa in relazione al possesso di materiale riguardante un procedimento milanese.
Il gup di Perugia deciderà entro martedì 8 giugno se sottoporre all’esame della Corte costituzionale la questione relativa al segreto di Stato invocato dall’ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e dall’ex funzionario dello stesso servizio segreto Pio Pompa nel corso delle indagini sul presunto archivio riservato trovato a Roma negli uffici di via Nazionale. Il gup Carla Giangamboni dovrà decidere se chiamare la Consulta a stabilire la sussistenza o meno del segreto di Stato opposto da Pollari e Pompa e confermato dal Governo.
Se non dovesse farlo il procedimento proseguirà in un’udienza ancora da stabilire. La questione del segreto di Stato è stata affrontata dopo l’ammissione delle parti civili nell’udienza preliminare. Il fascicolo è approdato a Perugia perché tra coloro che vengono ritenuti danneggiati dai reati contestati ci sono anche alcuni magistrati romani. Per Pollari e Pompa, il pm Sergio Sottani ha chiesto il rinvio a giudizio ipotizzando, tra l’altro, il peculato. In base alla ricostruzione accusatoria infatti risorse dell’organismo sarebbero state utilizzate per realizzare dossier su magistrati, giornalisti e politici, quindi a fini considerati non istituzionali. Oggi il magistrato ha contestato il ricorso al segreto di Stato da parte dei due ex funzionari. Pollari e Pompa hanno comunque sempre rivendicato la correttezza del loro operato.