
Dpcm, l'orgia del cavillo. Sci, viaggi, partenze: italiani alla ricerca del "buco" nelle norme (e del virus)
Dpcm e il fascino discreto del cavillo. Partire il 20 o comunque prima del 21, tanto si può rientrare sempre e, per andare all’estero, puntare sul ritorno post Epifania. Anche a Natale, fatto il Dpcm, è partita la corsa all’interpretazione per mettere a segno il dribbling alla norma.
Ogni anno ci lamentiamo delle cene infinite con i parenti e delle notti di San Silvestro da organizzare ad ogni costo eppure, in un anno in cui per prudenza e buon senso, saremmo obbligati a non fare né l’uno né l’altro, gli italiani si scoprono incapaci a rinunciarvi.
Le feste sono dietro l’angolo, veniamo da mesi di privazioni (e morti) e per il Natale 2020 ci viene chiesto un ennesimo sforzo, un nuovo sacrificio. Una rinuncia ad alcune abitudini e tradizioni in nome della salute. Niente spostamenti tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio e, nei giorni di Natale, Santo Stefano e il primo dell’anno, nemmeno tra comuni. Ristoranti chiusi il 24 e solo servizio in camera negli alberghi la notte di capodanno. E poi quarantena per chi entra o rientra dall’estero, paesi Schengen compresi e l’indicazione, il consiglio e l’invito a non organizzare cenoni se non con i conviventi.
Ma noi siamo il Paese degli azzeccagarbugli
Il Paese dei furbi e così, puntuale ancor prima della fine della conferenza stampa di Giuseppe Conte, è iniziata la corsa al cavillo. Partenza prima del 21 per chi vuole trascorrere le vacanze nella seconda casa, il rientro nel proprio domicilio infatti è sempre consentito, ed ecco la chiave per fare Natale in campagna e capodanno in città. Senza considerare le possibilità aperte per chi nella seconda casa ha la residenza per pagare magari meno tasse.
Per gli irriducibili dello sci il dribbling sarà invece al contrario: ritardare, non anticipare. Il problema è in questo caso infatti il ritorno, anche perché le piste italiane saranno chiuse per tutte le feste. La soluzione è allora partire con l’aereo – che non sarà vietato – quando si vuole, destinazione Alpi Svizzere magari, e rientro dal 7 gennaio in poi a quarantena scaduta. Solo chi rientra prima dovrà infatti rispettarla.
Più dura la situazione sul fronte alberghi
Qui qualcuno stava già organizzando il cenone nei ristoranti interni che, sino all’ultimo Dpcm, erano aperti per tutti i clienti delle strutture. Solo servizio in camera è la nuova imposizione per il prossimo 31 dicembre. In questo caso meglio allora puntare sugli amici con la casa grande e accoglienti perché, a San Silvestro, il coprifuoco sarà esteso: non più dalle 22 alle 5 ma dalle 22 alle 7 del primo gennaio. Vedersi prima e rientrare a casa dopo le 7, niente feste sino all’alba ma ottimo per restare a dormire fuori.
Dribbling contro la norma ma dribbling, in realtà, contro se stessi e soprattutto il buon senso. Le norme volute e varate, su cui pure molti si sono scagliati Regioni in testa, non sono capriccio o punizione. Sono il tentativo, certamente perfettibile, di evitare 993 morti al giorno.
Sono il tentativo di svuotare e far respirare gli ospedali e le terapie intensive. Obiettivi che il buon senso troppo spesso sconosciuto e dileggiato dovrebbe indicarci come nostri. Ancor più quando un traguardo, la luce alla fine del tunnel rappresentata dal vaccino appare ormai all’orizzonte. Ma non c’è niente da fare, il fascino del cavillo e il senso di fastidio dato dalle imposizioni sono troppo forti.
