Dronero. Fabrizio Pellegrino “Sdraiato nel letame, calci da minorenni in stivali”

Fabrizio Pellegrino

TORINO – Fabrizio Pellegrino, il professore di latino accusato di pedofilia, si faceva prendere a calci dai suoi partner minorenni in stivali di gomma mentre stava sdraiato su un letto o di preferenza su una vasca piena di letame, nel suo roseto di Dronero. Nella provincia di Cuneo, fra Dronero, città che è nella storia d’Italia per i legami con Giovanni Giolitti e Luigi Einaudi, Costigliole Saluzzo, dove Fabrizio Pellegrino insegnava part time e Caraglio, sede della Associazione Marcovaldo di cui Fabrizio Pellegrino era presidente, si dipana una storia di pedofilia che fa fremere il perbenismo e l’ipocrisia sessuale di questo angolo del Piemonte.

Mentre Fabrizio Pellegrino, 39 anni, arrestato venerdì 8 agosto 2014 resta in cella d’isolamento nel carcere delle Vallette a Torino con le accuse di violenza sessuale, prostituzione minorile e pedopornografia, i carabinieri si sono presentati casa di Matteo Gazzera, 37 anni, storico collaboratore e organizzatore di mostre per il Marcovaldo:

“Hanno controllato nel mio computer, lo stanno facendo con altre persone che hanno avuto rapporti con il Marcovaldo. Non c’entro con questa storia, infatti non sono indagato”.

Matteo Gazzera è stato il fondatore nel 2007 e presidente fino al 2013 di “Auriate”, un’associazione culturale giovanile che ha sede nel palazzo “Sarriod de La Tour” a Costigliole Saluzzo, dove ha allestito molte esposizioni su temi legati all’ambiente e alla natura. Gestito dal Marcovaldo, l’edificio ospita anche la sede de “La Compagnia del Giardino”, altra associazione presieduta da Pellegrino, che a giugno aveva annunciato un “raggiunto accordo con Auriate” per incontri, corsi, concerti, letture, mostre, visite al Giardino della Lunella. Diceva allora Fabrizio Pellegrino:

“Saranno coinvolti molti ragazzi del territorio per avvicinarli alla cultura del giardino”.

Il giardino per antonomasia è proprio quello di Fabrizio Pellegrino. Nell’arco di 30 anni ne aveva fatto del suo “giardino della Lunella” un roseto di fama internazionale. Secondo i carabinieri, quel piccolo paradiso ai piedi delle Alpi, a Dronero, era anche il teatro dei suoi incontri con i ragazzi, fino a 3 per volta, alcuni dei quali stipendiava e anche premiava.

Quel roseto, ricostruisce Matteo Borgetto sulla Stampa era evocato da Fabrizio Pellegrino con toni epici:

“E quando, figlia di luce, brillò l’Aurora dita rosate”. Il verso è tratto dall’Iliade di Omero. Fabrizio Pellegrino l’aveva citato, a giugno, in un servizio de La Stampa, Nell’articolo, il prof spiegava da dove nasceva la passione per le rose e raccontava i 30 anni di attività nel “Giardino della Lunella” che abbellisce la sua cascina di Pratavecchia a Dronero. Qui, il “collezionista di rose” (500 piante di 302 varietà, di cui cento rare) avrebbe portato le 5 presunte vittime minorenni attirate su Facebook, con il pretesto di coinvolgerli in lavori di giardinaggio, per poi passare a un “gioco per diventare uomini”.

Matteo Borgetto ci aggiorna sulle accuse mosse a Fabrizio Pellegrino:

“Pratiche sado-maso a pagamento, con l’adulto disteso su un letto o una vasca piena di letame, mentre i ragazzini lo prendono a calci con stivali di gomma. Prestazioni che sarebbero documentate da decine di fotografie e video sequestrati a Dronero. Dalle immagini sarebbero poi stati riconosciuti altri protagonisti e la notte del 31 luglio, mentre i carabinieri frugavano nella casa di Dronero e notificavano a Pellegrino la denuncia per “atti sessuali su minori”, altri militari avrebbero controllato le abitazioni di chi è stato riconosciuto nelle foto. Tre persone sarebbero finite nell’inchiesta, che coinvolge tanti giovani e adulti che a vario titolo hanno frequentato il “Giardino della Lunella” o lavorato per il Marcovaldo”.

Ultimo dettaglio:

“Da un anno Auriate è guidata da Andrea Marchiò, 27 anni. Alla domanda se nell’inchiesta possa rientrare anche qualcuno dell’associazione che presiede, risponde: “Infatti…”

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Gianluca Pace