Duplice omicidio a Bari. Il racconto del giovane sopravvissuto alle sprangate

Non ha assistito all’omicidio del padre e della sorella in quanto era andato a fare rifornimento d’acqua a qualche centinaio di metri dal casolare abbandonato e fatiscente in cui vivevano, accompagnato da uno dei tre aggressori. E’ quanto avrebbe dichiarato ai carabinieri il giovane bulgaro di 20 anni che ha riportato ferite giudicate guaribili in 10 giorni e che, dopo essere riuscito a fuggire, ha dato l’allarme. Né di lui né delle vittime si sono sinora appresi i nomi.

Per gli investigatori non è stato facile registrare la sua testimonianza perché il giovane, per altro in stato di shock, conosce poche parole di italiano. Avrebbe comunque detto che al rientro nel rudere in cui vivevano da pochi giorni, in località Carro Chiuso ha chiamato il padre e la sorella senza però avere risposte. Nel momento in cui si accingeva a entrare nell’abitazione – senza energia elettrica, finestre e porte, un vero e proprio rudere al cui interno ci sono escrementi anche di animali e rifiuti – è stato colpito alla testa con un bastone.

E’ fuggito e da un bar poco lontano ha dato l’allarme ai carabinieri. I militari della locale Stazione hanno così scoperto i due cadaveri: la ragazza nel casolare, con il cranio fracassato, il padre in un pozzo vuoto all’esterno del tugurio della profondità di circa cinque metri e sul cui corpo era stato gettato un grosso tufo.

Davanti al pozzo sono stati recuperati dai militari del Ris alcuni denti dell’uomo che è stato colpito violentemente al volto mentre, presumibilmente, era appoggiato alla cisterna nella quale potrebbe essere caduto accidentalmente o buttato dagli assassini successivamente. Il ventenne avrebbe raccontato che, al contrario del padre, non conosceva i tre e che la loro permanenza a San Ferdinando di Puglia sarebbe stata temporanea in quanto avevano intenzione di trasferirsi altrove, probabilmente in Calabria.

Nessuna ipotesi viene al momento formulata dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Foggia, Luciana Silvestris, sul movente. I carabinieri stanno cercando di ricostruire i rapporti tra il cittadino bulgaro, di 45 anni, e i suoi aggressori. L’uomo, a quanto si è appreso, in passato era stato più volte in Puglia dove qualche giorno fa ha fatto ritorno insieme con i due figli. (ANSA).

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