Persone non identificate sparano su un gruppo di extracomunitari con un’arma ad aria compressa. A Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, scoppia una vera e propria guerriglia urbana. Alcune centinaia di extracomunitari, impegnati in agricoltura e accampati in condizioni inumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata, si rivoltano distruggendo auto, svuotando sull’asfalto cassonetti dell’immondizia, danneggiando le ringhiere dell’abitazione.
E’ la prima rivolta degli immigrati illegali in Italia. Far esplodere un’arma ad aria compressa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di abusi controllati e architettati dalla criminalità organizzata e dalla stessa ‘ndrangheta. La loro è una vita piegata da ore e ore di lavoro senza nessun controllo, mentre quel che resta della giornata è vissuta negli ex locali dell’Ex Opera Sila. Qui vivono 1500 extracomunitari. Una situazione pronta ad esplodere.
Oggi 7 gennaio la situazione è sfuggita di mano. Gli invisibili dalla pelle nera hanno reagito e armati di spranghe e bastoni, hanno attraversato la cittadina distruggendo centinaia di auto, in qualche caso anche con delle persone a bordo (ma non risultano feriti), abitazioni, vasi e cassonetti dell’immondizia. Questo nonostante l’intervento di polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa davanti ai più agguerriti, un centinaio di persone tenute sotto stretto controllo.
Nel corso della serata sono arrivati rinforzi e, in un clima di forte tensione, si è intavolata una trattativa nel tentativo di fare rientrare la protesta. Ma poi la tensione è tornata a salire: polizia e carabinieri hanno fatto una carica di alleggerimento e alcune persone, cinque o sei, sono state fermate.
Alcuni immigrati sono rimasti contusi in un contatto con le forze dell’ordine dopo che dal gruppo di stranieri era partita una sassaiola. I feriti sono stati portati in ospedale a Polistena.
Anche un gruppo di giovani di Rosarno, un centinaio, è sceso in strada , ma la polizia è intervenuta per evitare che una rivolta di immigrati clandestini, già grave, si trasformasse in una guerriglia etnica. Sul posto è arrivato il commissario prefettizio Francesco Bagnato che regge il Comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose avvenuto alla fine del 2008. Erano stati gli immigrati a chiedere di parlare con Bagnato.