Il 20 luglio 2008, Ravasin, con un video affidò il proprio testamento biologico a Internet, dicendo no all’accanimento terapeutico, certificando la sua intenzione di opporsi a qualsiasi tipo di trattamento forzato.
In particolare, Ravasin dichiarò: ‘nel momento in cui non fossi più in grado di mangiare o di bere attraverso la mia bocca, oppongo il mio rifiuto ad ogni forma di alimentazione e di idratazione artificiale sostitutive della modalità naturale”. Nel 2009, a pochi giorni dall’approvazione in Senato dal Disegno di legge Calabrò contro il testamento biologico rivolse un appello ai Presidenti della Repubblica, del Senato e della Camera, dichiarando tra l’altro: “questa legge – che non consente a me, che sono pienamente capace di intendere e volere, di rifiutare tali trattamenti – è manifestamente anticostituzionale’.
Napolitano, ricordano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretario e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ”accolse il suo ‘appassionato messaggio’ pur ribadendo di essere tenuto ‘a un atteggiamento di rigoroso riserbo’ ed esprimendo l’auspicio che ‘prevalga l’impegno a individuare soluzioni il più possibile condivise”’.
Nell’ottobre 2012 aveva ottenuto la nomina di sua fratello Alberto quale sua amministratore di sostegno che prevede, tra l’altro, il potere di sostituirsi a Paolo Ravasin qualora non fosse più cosciente o capace di esprimersi in capo al fratello per far rispettare le direttive anticipate di fine vita da questi espresse oralmente, mediante testamento biologico scritto e infine tramite video.