ROMA – “Si è sempre dimostrato intuitivo, eclettico nella gestione degli imprevisti, incline a rimediarvi, rapido, forte, determinato, distaccato. Si è mostrato scaltro, calcolatore, malizioso nelle domande formulate pronto a carpire informazioni da usare ai suoi scopi, a sondare lo stato delle indagini per adattarvi le sue dichiarazioni e pilotare quelle degli altri”: così, come riporta Giallo, viene descritto Michele Buoninconti nella relazione che era stata chiesta dall’accusa sulla sua personalità. Michele Buoninconti è accusato e in carcere per l’omicidio della moglie Elena Ceste.
“Di Michele Buoninconti – si legge nella relazione riportata da Giallo – è emersa una vera e propria coartazione emotiva, oltre che una labilità affettiva e una disforia. Ne può conseguire una incontrollabilità degli impulsi rispetto a situazioni particolarmente stressanti”. E ancora la perizia parla “di disturbo di personalità di tipo ossessivo e compulsivo” con eccessiva “preoccupazione per l’ordine, perfezionismo e controllo mentale e interpersonale, a spese di flessibilità e apertura”. Per esempio, scrive Giallo, quando si accorse che la moglie amava passare il tempo al computer su Facebook, Michele divenne ancora più rigido e geloso, fino a creare un forte stress in lei. Le proibiva, scrive Giallo, persino di andare dal parrucchiere: solo lui poteva tagliarle i capelli, perché temeva che altrimenti sarebbe sfuggita al controllo.
Elena Ceste, Michele Buoninconti e la testimone a Mattino 5: “Non disse che era sposato”
Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste
Elena Ceste, Michele Buoninconti resta in carcere: tutti i dubbi su di lui