ASTI – Si è sempre finto un marito premuroso e addolorato per la scomparsa della moglie. Ma da quando è rinchiuso nel carcere di Verbania, Michele Buoninconti, marchiato come uxoricida dopo che è stato condannato per la seconda volta al massimo della pena previsto per il rito abbreviato, sta già pensando a un’altra donna. Lo rivela il settimanale Giallo che torna a parlare del delitto di Elena Ceste, la casalinga scomparsa da Costigliole d’Asti il 24 gennaio 2014 e ritrovata senza vita in un rigagnolo a poche centinaia di metri da casa il 18 ottobre successivo.
Il 15 febbraio la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la pena a 30 anni di carcere inflitta al marito. Secondo i giudici di primo grado fu un delitto premeditato, il cui movente in attesa delle motivazioni della sentenza di appello, resta quello scolpito dal gup Roberto Amerio: l’idea, insopportabile, che la donna cercasse di evadere da una routine che la vedeva chiusa “nel bozzolo di madre e moglie sottomessa”.
Secondo l’accusa, Buoninconti avrebbe ucciso la moglie, poi si sarebbe sbarazzato del corpo gettandolo nel rio Mersa e avrebbe denunciato la scomparsa. Ad incastrarlo ci sarebbero le analisi sulle celle telefoniche, il terriccio ritrovato sui vestiti di Elena e infine l’autopsia sul corpo della donna, che ha confermato la morte violenta. L’uomo però continua a professarsi innocente anche se intanto in carcere pare che abbia già un’altra donna per la testa.
Secondo quanto riportato dal settimanale Giallo, Buoninconti riceve regolarmente in carcere lettere firmate da un’ammiratrice: è una donna sposata, madre di due figli, che abita a Piacenza. In breve tempo tra i due sarebbe nata una tenera intesa. Non sarebbe neppure la prima donna con cui Michele intrattiene una corrispondenza. Un’altro lo andò addirittura a trovare in carcere e lo rimproverò, teneramente, per gli intensi scambi di lettere con altre donne.