ROMA – “Perché stanno scavando vicino al canale?” disse il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, il giorno in cui furono rinvenuti i resti della moglie. E mentre la ruspa scavava Michele Buoninconti assisteva preoccupata dalla finestra della sua abitazione. Michele Buoninconti, come scrive Giallo, è stato intercettato mentre parlava al telefono con un’amica: “Questa mattina ho visto arrivare le ruspe, ma cosa dovranno fare?”.
Michele Buoninconti è in carcere, accusato per l’omicidio della moglie, Elena Ceste. Per gli investigatori, scrive Giallo, Buoninconti stava solo fingendo di non sapere nulla, ma si era ormai reso conto di essere stato scoperto. “Quella ruspa – scrive Ester Nicola di Giallo – chiamata a effettuare alcuni lavori di bonifica nel canale Rio Mersa aveva riportato alla luce alcuni resti umani in stato di decomposizione. Solo nei giorni successivi, grazie all’esame del dna, i carabinieri avevano avuto la conferma che il corpo ritrovato immerso nel fango del canale apparteneva proprio a Elena Ceste, la moglie di Michele, scomparsa da casa nove pesi prima”.