C’è un video che è difficile guardare, contiene un’immagine quotidiana: quella di una mamma che saluta abbracciandola la figlia all’asilo. A guardare l’immagine di Martina che abbraccia al mattino la figlia che poche ore dopo ucciderà a coltellate si viene investiti da un senso di ripulsa incredula. Non ci si riesce a credere che quella mamma sta per eliminare dal mondo, ammazzare la figlia che sta abbracciando. Non ci si riesce perché fa male sia alla mente che all’anima crederci. Il video non lo si può guardare senza provare disagio, anzi più che disagio, qualcosa che mescola pietà e vertigine. Si ha bisogno di credere di star guardando qualcosa che accade mai o quasi mai. Purtroppo non è così.
Mamme e papà che uccidono i figli: 2 volte al mese da 20 anni
Ci si è presi la briga di domandare alle cronache quanti. Quanti figli e figlie sono uccisi da mamma e papà? La risposta è devastante: 480 in 20 anni. E’ successo 480 volte negli ultimi venti anni. La media è spaventosa: due volte al mese, ogni mese da 20 anni a questa parte, una mamma o un papà ammazza un figlio o una figlia. Due volte ogni mese da 20 anni l’inguardabile diventa scena quotidiana. Ci si affida a tentoni alla, per così dire, motivazione psichiatrica o sociale o ad un mix tra le due. E’ come quando, sentendosi precipitare, si prova ad aggrapparsi tendendo la mano verso qualunque sostegno, perfino immaginario.
Mente e anima hanno bisogno di cercare un perché, qualunque perché purché sia fuori dall’identità di essere mamma o papà. Una mamma e u papà non possono farlo, è per sostenere questa incredulità primigenia e fondante che si elabora, si fa finta di accettare il “fuori di sé” del genitore quando si fa assassino dei figli. Cioè fuori dall’identità di mamma e papà, diventato altro e altra da sé. Ma se è umanissimo bisogno aggrapparsi alla teoria del “fuori di sé”, non è detto che il mamma e papà non possono farlo risponda a realtà effettiva.
Guardava i cartoni
Elena, la figlia di 5 anni, la mamma l’ha abbracciata al mattino, poi, a casa, le ha dato qualcosa di dolce da mangiare, quindi l’ha vista sedersi a guardare i cartoni. Ed è allora che l’ha tolta dal mondo, mentre guardava i cartoni. L’ha fatto con il coltello, colpendo più volte. Non osiamo immaginare il lampo dilaniante del pensiero della bambina alla prima coltellata: il terrore, lo stupore terrificato di mamma che ti colpisce con la lama, il sangue, la paura, il dolore e, forse su tutto, l’impossibilità di credere di star per morire perché ti ammazza mamma.