
Elena Del Pozzo, il piano di mamma Martina (nella foto Ansa il momento del suo arresto) per ammazzarla
Martina Patti, la madre di Elena Del Pozzo, il magistrato che indaga sull’omicidio della bambina la tiene in galera sulla base delle seguenti motivazioni: “Gesto criminoso preordinato, meditato, studiato”. Un piano quindi della mamma per ammazzare la figlia, un piano lucido. Niente raptus, qualunque cosa si intenda con questo termine spesso di ampio e improprio uso. E niente possessione da forza interiore, aliena e misteriosa. E soprattutto niente donna “non in sé”. Tutt’altro, tutto il contrario: una donna che voleva ammazzare la figlia e che per questo obiettivo ha concepito e messo in atto un piano.
Almeno fin dalle 13…
Almeno fin dalle 13 di quella giornata il piano per ammazzare la piccola Elena si dipana e con evidenza secondo la ricostruzione del magistrato. Almeno dalle 13 di quella giornata, l’ultima di Elena, è evidente nella ricostruzione dei fatti da parte di chi indaga come Martina Patti abbia predisposto “attrezzi per la buca da scavare”, “individuato il luogo impervio per seppellire”, scelto il coltello come arma, preparato “cinque sacchi della spazzatura” di cui si dota per avvolgere la figlia quando sarà cadavere, figlia che, quando lei la fa uscire di casa, cadavere non è, è viva. Ma sua madre per lei ha predisposto gli attrezzi per la buca, i sacchi della spazzatura, il posto per farla sparire cadavere.Â
Segue lucido depistaggioÂ
Il piano per ammazzare la figlia è lucido e si completa, secondo gli inquirenti, nel lucido depistaggio. Danneggiare la portiera dell’auto per simulare un assalto da parte di rapitori mascherati e incappucciati, provare a vendere ai parenti prima e alla polizia poi lo sgomento ignaro di una mamma cui è stata rapita la bambina. E ancora, dopo la confessione susseguente a sbriciolarsi del depistaggio, la nutrita serie di “non ricordo”, tutti coerenti con il non voler dire di una mano e mente omicida e niente a che fare con uno smarrimento di mente sotto choc.