NAPOLI – ''Appare assolutamente impossibile che chi ebbe ad eseguire i suddetti lavori non si sia reso conto della presenza di un cadavere''. Ed ancora e' ''assolutamente impossibile credere che per tutti questi anni, nessuno si sia accorto della presenza di un cadavere nel sottotetto della chiesa SS Trinita'''.
Il Gup Elisabetta Bocassini lo scrive nella sentenza di condanna a carico di Danilo Restivo per dire che qualcuno sapeva, e da tempo, che nel sottotetto della chiesa c'era il corpo di Elisa, ben prima il suo ritrovamento.
''Cio' che attira l'attenzione e' la presenza sul posto ed in prossimita' del cadavere di una tavola di legno, di un lungo pennello con manico in legno, tegole e frammenti di tegole e un chiodo passante in una delle perline a cui erano ancorate le tegole dell'apertura praticata sulla falda del tetto in corrispondenza del detto cadavere; chiodo quest'ultimo tipicamente utilizzato dagli operari per appendere loro indumenti personali in occasione di lavori edili – scrive il Gup – Si tratta, in sostanza, di elementi attestanti la presenza di lavori edili all'interno del sottotetto, vuoi anche solo per effettuare la indicata apertura''.
''Va detto, ancora – sotolinea – che le anomale circostanze di rinvenimento del cadavere di Claps Elisa, tanto tempo dopo i fatti e nonostante pregressi lavori di ristrutturazione, sono divenute oggetto di specifica indagine anche da parte del P.M., il cui esito, per quanto rilevabile in atti, non ha fatto emergere elementi di prova significativi''.
''Tuttavia – aggiunge – risulta acquisita una circostanza di sicuro valore indiziante e idonea a confermare il sospetto di condotte omertose di cui innanzi; la stessa attiene alla possibile scoperta del cadavere di Claps Elisa gia' prima del 17.03.2010''.