ROMA, 10 FEB – Colpevole ''oltre ogni ragionevole dubbio''. Gli indizi sono ''gravi, precisi e concordanti'', e non c'e' nessuna ''ricostruzione alternativa plausibile, capace di ricondurre l'uccisione di Elisa Claps in direzione diversa da Restivo''.
In 139 pagine il gup Elisabetta Boccassini spiega perche' Danilo Restivo e' colpevole dell'omicidio di Elisa Claps. Lo fa nella sentenza di condanna, attraverso l'elencazione di un numero elevatissimo di indizi, attraverso le testimonianze, tracciando il profilo criminale dell'omicida.
Nel giorno in cui il nuovo legale di Restivo, Alfredo Bargi, parla di ''vicenda non chiusa che merita doverosi approfondimenti'', l'ANSA visiona la sentenza dove tutto, ogni dettaglio, non lascia scampo a Restivo. Ci sono i suoi comportamenti, le sue contraddizioni, le coperture. Il gup lo scrive: ''Ha goduto, negli anni, di omerta' e complicita', anche solo suggerite dalla paura di sue ritorsioni''.
L'11 novembre scorso, al Tribunale di Salerno, Restivo e' stato processato con rito abbreviato e condannato a 30 anni di reclusione, il massimo della pena prevista per quel rito alternativo. Un verdetto che e' arrivato 18 anni dopo la morte di Elisa, ritrovata il 17 marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinita' di Potenza. E che nella sentenza, oggi, viene ''spiegato''.
''Il complesso delle acquisizioni probatorie – scrive il gup Elisabetta Boccassini – depone in modo gravemente indiziario nell'individuare Restivo quale autore dell'atroce assassinio della giovane Claps Elisa: nessun altro ha incontrato la vittima, nessun altro ha avuto contatti con lei dopo l'incontro con l'imputato; nessun fattore o comportamento esterno si e' inserito nella conseguenzialita' logica e storica degli avvenimenti''.
Il Gup parla di ''inverosimili'' ricostruzioni di Restivo. E poi c'e' la sua famiglia che, si legge nella sentenza, lo ha coperto fin dal primo istante. Le intercettazioni lo dimostrano. I comportamenti suggeriti a Danilo, anche. La famiglia non consegno' gli abiti insanguinati di Restivo, li lavo'. E quando arrivarono gli investigatori a casa, la mamma di Danilo gli suggeri' di andare in cucina e pranzare. Come se nulla fosse. E poi i depistaggi, le mille piste, dall'Algeria ai riti satanici. Tutte ''false'', dice senza riserve la Boccassini; depistaggi messi in atto vuoi per aiutare Restivo, vuoi per diventare protagonisti di quel clamore mediatico che ha accompagnato la vicenda. Si passa poi al ritrovamento del cadavere di Elisa. Anche su questo punto il gup usa parole chiare: ''E' assolutamente impossibile credere che per tutti questi anni, nessuno si sia accorto della presenza di un cadavere nel sottotetto della chiesa SS Trinita'''.
Ed ancora, ''appare assolutamente impossibile che chi ebbe ad eseguire i suddetti lavori non si sia reso conto della presenza di un cadavere''. Nella sentenza si legge anche che ''le anomale circostanze di rinvenimento del cadavere di Claps Elisa, tanto tempo dopo i fatti e nonostante pregressi lavori di ristrutturazione, sono divenute oggetto di specifica indagine anche da parte del P.M., il cui esito, per quanto rilevabile in atti, non ha fatto emergere elementi di prova significativi''. Quel che e' certo e' che le modalita' di ritrovamento confermano ''il sospetto di condotte omertose''.
Tra tutto, poi, colpisce il profilo criminale di Danilo Restivo. Voleva fidanzarsi a tutti i costi. Ma non ci riusciva mai. Aveva strane fantasie sessuali; in camera da letto sono state ritrovate ''foto che lo ritraevano insieme a ragazze nude (alcune delle quali con evidenti difetti fisici) ed in pose erotiche''. Ma anche ritagli di articoli su violenze subite da donne e bambini''. A Torino ad alcune donne arrivo' perfino ad offire urina, dicendo che era birra. E poi c'e' la sua aggressivita', sin da quando era piccolo. E i suoi comportamenti ''standard'' che applicava con tutte le ragazze. Elisa ha pagato il conto piu' caro. Quel giorno fu attirata in una ''trappola a sfondo sessuale'', spiega il gup. Danilo voleva Elisa, Elisa si rifiuto'. Una storia, quella della studentessa potentina, raccontata piu' e piu' volte. E che per la famiglia Claps non ha ancora una fine. ''Mancano i nomi di chi ha coperto Danilo – dice il legale Giuliana Scarpetta – Restivo confessi, e' ora che confessi''.