SALERNO – “Quella perizia è attendibile”. E’ la linea difensiva scelta da Vincenzo Pascali, il primo perito nominato dal Gip sul caso Elisa Claps che disse che sugli abiti della studentessa, ritrovata nel sottotetto di una chiesa a Potenza, non c’era il Dna di Danilo Restivo. Risultato però ribaltato da una successiva perizia dei Ris.
Pascali è ora accusato di non aver rilevato quelle tracce biologiche. ”Riteniamo che i risultati delle perizie effettuate dal professor Pascali siano scientificamente attendibili al 100 per cento”, ha dichiarato, prima di entrare in aula, l’avvocato Michele Gentiloni Silveri che assieme al figlio Alessandro difende il medico legale. ”Cercheremo di dimostrare ai giudici – dice l’avvocato Michele Gentiloni Silveri – che la nostra perizia è validissima. Quello che c’era è stato trovato”.
Non è la prima perizia controversa di Pascali. Anche nel caso dell’Olgiata il perito, nominato nel 2008 assieme a Paolo Arbarello e Carla Vecchiotti, non rilevò la presenza del Dna del domestico filippino sul lenzuolo che venne invece evidenziato dalle analisi del Ris di Roma il 29 marzo 2011.