Elisa Claps colpita con violenza, la madre vede le foto dei resti per la prima volta

SALERNO – C’è la prima udienza dell’incidente probatorio sull’omicidio di Elisa Claps a Salerno. Davanti agli occhi esterrefatti di mamma sono passate le foto dei resti di sua figlia: ”E’ arrivato il momento di vedere tutto. No, non esco”. Due periti, i primi dell’elenco, parlano in aula davanti al gip Attilio Franco Orio: Cristina Cattaneo e Giorgio Portera. Gli avvocati delle due parti li interrogano sul loro lavoro.

La dinamica della morte di Elisa viene raccontata ancora una volta. Cristina Cattaneo ribadisce in aula: Elisa è stata colpita con un’arma da punta e taglio, con una violenza tale – aggiunge – da causare, in qualche punto, l’amputazione dell’osso. Otto ciocche di capelli sono state tagliate di netto: si tratta pero’ solo di quelle esaminate; sono molte di più.

Il legale della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta, è soddisfatta dell’udienza: ”’Ci sono alcuni elementi in più, spiegazioni che arricchiscono le perizie”. Lavori già ampiamente esaustivi, tiene a sottolineare: ”Quello della Cattaneo è un trattato scientifico”. Di opposto parere Mario Marinelli, legale di Restivo, affiancato da un nuovo consulente (il primo è stato revocato): ”Non si può esser soddisfatti di un processo di tal genere”. E’ una fase decisiva questa? ”No, e’ una fase di emersioni investigative e processuali”, risponde secco.

C’è anche l’anatomopatologo Francesco Introna, che esegui’ l’autopsia sul corpo di Elisa: ”Quello che noi avevamo descritto nell’autopsia e’ stato confermato oggi, in sede di incidente probatorio”. Aggiunge una osservazione: ”Personalmente ritengo che le armi usate dall’assassino siano due: un coltello, col quale e’ stata colpita la vittima, e delle forbici, per tagliare i capelli”.

La dinamica dell’omicidio viene ascoltata dall’accusa con nuovo interesse, alla luce del ritrovamento del dna di Danilo Restivo sulla parte posteriore della maglia di Elisa: tutto torna, e’ la conclusione. Chi ha ucciso Claps era alle sue spalle, le ha inferto quasi tutti i colpi da dietro. E tutto questo e’ compatibile con la presenza della saliva (frammista al sangue della vittima) di un uomo proprio all’altezza delle spalle. Quell’uomo, ovviamente, sottolineano la famiglia Claps e il suo legale, e’ Restivo. Giorgio Portera, dal canto suo, ha relazionato sulla sua perizia: ci sono numerose impronte digitali sui reperti rinvenuti nel sottotetto della chiesa della santissima Trinita’ di Potenza. Una sola, pero’, e’ utile alla identificazione; e la comparazione con l’impronta digitale di Danilo Restivo e’ stata fatta e ha dato esito negativo. L’impronta era su un cellophane trasparente che avvolgeva una statua a pochi passi dal luogo in cui e’ stato ritrovato il corpo. Le altre impronte digitali, invece, sono frammentarie e non utilizzabili. L’idea del perito e’, pero’, che proprio queste tracce potranno dimostrare che altre persone, nel corso degli anni, sono entrate nel sottotetto: elemento determinante per le indagini sull’occultamento del cadavere.

Non ha abbandonato un attimo l’aula, davanti a tutto questo, in oltre cinque ore, Filomena. Forte, come sempre, non ha mai ceduto, anche quando ha assistito alla proiezione delle immagini dei resti di sua figlia. ”Danilo? Non comparira’ mai, abbia il coraggio di guardami negli occhi”, ha ripetuto piu’ volte. L’udienza? ”E’ andata benissimo”. Anche se ha sofferto, e tanto, quando ha visto per la prima volta, le immagini dei resti della sua Elisa: il suo corpo senza vita, le sue ossa, le sue scarpe. ”Mi e’ toccata anche questa prova”, ha detto. La sua rabbia e’ comunque venuta fuori, quando ha detto: ”Appenderei Danilo davanti alla chiesta della Santissima Trinita’ e gli amputerei un dito al giorno”. Poi, ancora una volta, la sua forza di non mollare: ‘Andiamo avanti. Siamo a buon punto”.

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