Emergency, manifestazione a Roma. Strada: “Non siamo contro nessuno”

Gino Strada

La solidarietà per gli operatori di Emergency arrestati si concentra in Piazza San Giovanni a Roma, prevista per le 14,30 di sabato. «Non è una manifestazione contro nessuno», ha precisato Gino Strada.

«È una manifestazione di solidarietà e di testimonianza – spiega il fondatore di Emergency – di chi sceglie di stare dalla parte di una organizzazione umanitaria, anzichè dalla parte di chi con la violenza chiude ospedali».

Dietro la vicenda in Afghanistan «credo ci sia un gioco sporco e complesso, del quale noi non facciamo parte». Strada ha chiesto che Emergency sia «lasciata fuori dai giochi sporchi della politica e della guerra, e che gli operatori siano liberi di fare il loro mestiere, e che i nostri colleghi e amici vengano rilasciati immediatamente».

Emergency in queste ore sta lavorando con gli afghani, ha spiegato Strada, «per arrivare ad una soluzione. Nella Valle del Panshir, dove ancora non c’é Internet, 11 mila persone si sono recate a piedi all’ospedale di Emergency per firmare l’appello a favore della liberazione dei nostri colleghi. E questo credo dica meglio di ogni altra cosa il rispetto che c’é in Afghanistan per la nostra organizzazione». Strada ha quindi ammesso che il lavoro dei medici di Emergency in quelle terre è «scomodo per chi dice che sta facendo guerra al terrorismo, quando poi questo si traduce nel massacrare bambini di cinque anni».

Bianco come è bianca la bandiera di pace, come è bianca la neutralità, come è su sfondo bianco la bandiera di Emergency: questo il colore indossato dalle migliaia i partecipanti. A spezzare il bianco solo la bandiera della pace, con i suoi colori arcobaleno.

«Li vogliamo liberi subito. Ma devono tornare liberi e innocenti. Non accetteremo che resti la minima ombra sul loro operato»: così Cecilia Strada, figlia di Gino e presidente di Emergency, nel suo intervento dal palco.

«Non deve passare – ha aggiunto – il messaggio che sono stati cacciati dall’Afghanistan o che c’é stata una soluzione politica, non deve restare la minima ombra. Devono tornare da liberi e innocenti». Cecilia Strada ha quindi sottolineato che «la vera forza di Emergency sono i cittadini. Non avevamo dubbi che saremmo stati sommersi oggi da cittadini che non sono ignoranti o stupidi, che non si fanno infinocchiare da ciò che leggono sui giornali ma hanno le loro opinioni».

La figlia di Gino Strada ha poi letto un messaggio inviato dall’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ed ha annunciato che anche a Boston, di fronte al Mit, è in programma una manifestazione a favore di Emergency.

«Mio figlio e gli altri due operatori di Emergency hanno diritto di tornare a casa»: così il padre di Matteo Pagani, presente in Piazza S.Giovanni insieme alla moglie e al segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, di cui sono amici.

I coniugi Pagani si dicono fiduciosi in un esito positivo della vicenda: «Stanno lavorando – dice la mamma Gabriella – spero che mio figlio e gli altri stiano bene e vengano rilasciati presto. Certo, ieri sembrava che la situazione stesse migliorando. Siamo stati e siamo molto in pensiero».

Raccontano di essere stati avvertiti dell’arresto del figlio il giorno stesso da Emergency e dalla Farnesina. Matteo, benché giovane (ha 28 anni) presta la sua opera da tempo in organizzazioni umanitarie. «E’ arrivato a Emergency quasi per caso – spiega la madre – l’organizzazione gli ha offerto un contratto di cinque mesi da logista e lui è stato ben felice di accettare. Era contento e ci ha sempre detto che andava tutto bene». Alla domanda se si sentano sostenuti dal governo italiano, il padre risponde: «Ci ho messo tre giorni a capire se stavano lavorando per la liberazione. Ora sono convinto di sì».

Un gruppo di volontari di Emergency si è simbolicamente incatenato in piazza. «Anche noi abbiamo confessato – spiega Peppe, che è arrivato a Roma da Napoli insieme con un gruppo di volontari – quelle accuse sono solo una bufala, tanto è vero che volevamo portare in piazza le mozzarelle».

Peppe ha spiegato di essere iscritto ad Emergency dal ’94 «e quindi conosco tutti, anche i tre arrestati. A parte le loro storia posso assicurare che sono persone che lavorano 26 ore al giorno: ciò che è successo è stato un vero atto di follia».

Un altro operatore è molto critico nei confronti del governo: «Un governo sano – ha spiegato – prima porta a casa i suoi e poi ragiona». E sono tanti attorno a loro i cartelli che contestano la condotta dell’Esecutivo: ‘Emergency unico orgoglio nazionale’, ‘Io sono per la pace’ e ‘Tre gradi di giudizio per giudicare un politico, un minuto per distruggere Gino’.

Un altro cartello contesta invece la politica estera del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che viene definito ‘Nobel per la guerra’. Alla manifestazione è presente anche alcuni aderenti al movimento del “Popolo Viola” che espongono uno striscione: “Il Popolo c’é – liberi subito”.

Sul palco di Emergency presenti anche cantanti come Daniele Silvestri, Fiorella Mannoia e Nicolò Fabi. «Ho poche certezze – ha detto Fiorella Mannoia parlando con i cronisti – ma una è l’integrità morale di Gino Strada e di chi lavora con lui. E’ certo che i nostri connazionali sono estranei alle accuse. Sono qui per farli sentire meno soli e per chiedere al governo di affrontare il tutto con più energia». Daniele Silvestri ha poi aggiunto che ha accettato l’invito di Emergency per essere vicino a quei ragazzi e «distinguersi dal modo in cui il governo ha gestito la situazione: spero – ha aggiunto – che i prossimi passi smentiscano questo pensiero. Il nostro governo ha la forza per farsi sentire, altri Stati avrebbero agito in altro modo. Qui siamo giunti al paradosso – ha concluso – che dobbiamo ricordare che esiste la presunzione d’innocenza».

La manifestazione è finita sulle note di ‘Il mio nome è mai piu», la canzone pacifista interpretata da Jovanotti, Ligabue e Piero Pelù.

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luiss_smorgana