Enzo Bianchi lascia Bose dopo 56 anni: “Trasloco sofferente”. Enzo Bianchi ha lasciato la Comunità di Bose. Dopo un lungo braccio di ferro, in ossequio al provvedimento della Santa Sede che gli ha intimato oltre un anno fa l’allontanamento dalla comunità monastica del Biellese, da lui fondata.
Enzo Bianchi lascia Bose: “Trasloco sofferente”
“Cari amici/e per alcuni giorni sono stato silente e non vi ho inviato i pensieri emersi nel mio cuore ma un faticoso, sofferente trasloco me lo ha impedito. Per noi vecchi migrare è uno strappo non pensabile anche perché ci prepariamo all’esodo finale, non a cambiar casa e terra”, scrive Bianchi su Twitter. L’ex priore di Bose si è trasferito in un alloggio a Torino.
Tra dicembre 2019 e gennaio 2020 la visita apostolica degli emissari del papa confermò le difficoltà di convivenza con i nuovi responsabili della comunità.
Bianchi fondò la Comunità di Bose nel 1965
A questo punto la Santa Sede ha sancito l’allontanamento di Bianchi che nel 1965 aveva creato la comunità di Bose a Magnano, un posto abbandonato sulla Serra di Ivrea, dirigendola fino al 2017, per sopraggiunti limiti di età.
“Raggiunto nel 1968 dai primi fratelli e sorelle – ricorda La repubblica -, ha scritto la regola della comunità la quale conta un’ottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalità.
Ed è presente, oltre che a Bose, anche a Gerusalemme (Israele), Ostuni (BR), Assisi (PG), Cellole-San Gimignano (SI) e Civitella San Paolo (RM)”