Strage di Erba, accusa chiede conferma dell’ergastolo per Rosa e Olindo

Olindo Romano e Rosa Bazzi

Il sostituto Procuratore di Milano, Nunzia Gatto, ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi nel processo d’ appello per la strage di Erba. Inoltre il magistrato ha chiesto anche il massimo dell’applicazione dell’isolamento diurno (3 anni) come in primo grado.

In aula,venerdì 19 marzo, prima della requisitoria è stato il giorno dell’orrore. Sono state infatti proiettate le diapositive dell’appartamento di Raffaella Castagna, in cui avvenne la strage dell’11 dicembre del 2006. Quel giorno a Erba, nel Comasco,  furono uccise quattro persone, tra cui un bambino di poco più di due anni.

Dura la requisitoria della Gatto.  Per l’accusa, infatti, Olindo Romano parlò della strage di Erba “con precisione ragionieristica”, e come “stesse parlando di una partita al bar dello sport”.

La Gatto ha definito le dichiarazioni dei coniugi “confessioni-rivendicazioni” e ha ricordato come Olindo, negli appunti sulla Bibbia che gli furono sequestrati in carcere, aveva scritto che “tutti sapevano, nessuno ha fatto nulla per evitare la tragedia”.

“Sono diventati dei vendicatori – ha proseguito il magistrato – dei giustizieri. Hanno risolto nel sangue le questioni condominali”. E’ stata anche fatta sentire una intercettazione in carcere tra i due coniugi, nel corso della quale, a dire di Nunzia Gatto, Olindo Romano e Rosa Bazzi sembravano “sollevati” per la decisione di aver confessato la propria responsabilità in ordine all’eccidio. Una conversazione che si concludeva quasi scherzosamente, con Rosa che salutava il marito dicendogli “ciao bel figo”.

Questo, per il sostituto Procuratore, dimostra come i due fermati non avessero subito pressioni da parte dei carabinieri per confessare, così come invece sostenuto dalla difesa. Le confessioni sono, per il magistrato, “sovrapponibili e trovano riscontri anche nei risultati scientifici”. “A fronte di ore e ore di interrogatori – ha spiegato Nunzia Gatto, che proseguirà il suo intervento nel pomeriggio – sono venute ritrattazioni di sei-sette righe”

In primo grado Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo con tre anni di isolamento diurno. Nella requisitoria la Gatto si è aiutata con delle diapositive. Le immagini raffiguranti i cadaveri sono state viste solamente dai giudici e dalle parti, non sono invece state proiettate sul maxischermo riservato al pubblico.

In aula è stato anche trasmesso uno stralcio di una intervista difensiva che Rosa Bazzi fece con il criminologo Massimo Picozzi nell’ambito di attività difensive. In particolare, Rosa Bazzi, raccontava come aveva ucciso il piccolo Joussef, figlio di Raffaella e del tunisino Azouz Marzouk. In seguito, i coniugi hanno ritrattato la loro confessione, proclamandosi innocenti. In aula sono presenti gli imputati e tutti i familiari delle vittime.

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Emiliano Condò