ROMA – Nemmeno Hennigsdord, la sua città natale, vuole la salma di Erich Priebke. Non il Vicariato di Roma, non Pomezia, dove c’è un cimitero militare tedesco, non l’Argentina, dove l’ufficiale delle SS ha vissuto gli ultimi anni da uomo libero prima dell’arresto. Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, chiede di mandare il corpo in Germania. Ma nemmeno lì i resti dell’ex gerarca responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine sono ben accetti. E il figlio di Priebke, Jorge, da Bariloche (Argentina) ironizza: “Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti”.
La Chiesa romana è netta: i funerali del gerarca nazista non possono essere celebrati in nessuna chiesa romana. Del resto, sostengono dal Vicariato, poco si sa del Priebke credente: era cattolico? Era stato battezzato? Andava in chiesa?
Da Hennigsdord, la cittadina pochi chilometri a nord di Berlino che ha dato i natali all’ex ufficiale, la motivazione è più formale ma altrettanto netta: il regolamento cimiteriale prevede la sepoltura solo per i residenti, oppure in presenza di una tomba di famiglia. Quindi niente posto per Priebke nemmeno qui.