
ROMA – “I funerali di Erich Priebke sono stati celebrati”. Lo ha reso noto, in una conversazione con La Stampa, don Pierpaolo Petrucci, il superiore dei lefebvriani in Italia, che ha celebrato la funzione. “Dopo la decisione del Vicariato di Roma, che ha negato il funerale in una chiesa ma aveva dato la disponibilità per una celebrazione privata in casa, siamo stati contattati dall’avvocato di Priebke a nome dei suoi familiari – racconta Petrucci – Mi sono informato, e ho saputo che c’erano dei sacerdoti che seguivano spiritualmente Priebke. In coscienza non ho potuto rifiutare i funerali”.
Le esequie sono state celebrate verso le 22.30 di martedì, con la benedizione della salma al termine dalla messa funebre. Alla funzione erano presenti Paolo Giacchini, l’avvocato dell’ex ufficiale nazista, e poche altre persone.
Per quale motivo don Petrucci ha accettato? “Se Priebke per anni si è confessato regolarmente ed è stato assolto – spiega – significa che si è pentito dei suoi peccati. E dunque non si poteva considerare un pubblico peccatore. Ho agito così nel suo caso, ma alle stesse condizioni l’avrei fatto anche con Stalin”.
Ma il superiore della Fraternità precisa: “La cerimonia doveva rimanere riservata, privatissima, e doveva essere celebrata a porte chiuse, nella cappella al primo piano del nostro istituto. Ne sarebbe stata data notizia a cose fatte. Non volevamo alcuna strumentalizzazione politica o ideologica”.
