FABRICA DI ROMA (VITERBO) – Una lite tra imprenditori per una serie di affari sfumati: è questa la principale pista battuta dai carabinieri della Compagnia di Ronciglione, in provincia di Viterbo, per far luce sull' attentato dinamitardo che la scorsa notte ha gravemente danneggiato l'ufficio di un imprenditore al quale e' annesso un deposito di materiali edili gestito da una cooperativa, a Fabrica di Roma. L'esplosione, di notevole potenza, ha mandato in frantumi anche i vetri delle finestre della palazzina soprastante.
Al centro dell'attenzione degli investigatori, secondo quanto si e' appreso, ci sarebbero i rapporti tra il titolare dell' ufficio devastato dalla deflagrazione e alcuni imprenditori ai quali, il primo, avrebbe prospettato la possibilita' di vendere un forte quantita' dei materiali edili da loro prodotti. Possibilita' che non si sarebbe mai concretizzata. In ballo ci sarebbero somme cospicue di denaro. L'attentato, e' la stesi degli investigatori, potrebbe essere stato un atto intimidatorio per costringerlo a rispettare i patti.
Al termine degli accertamenti, al contrario di quanto sembrava in un primo momento, e' stato stabilito che l'ordigno esplosivo era collocato all'interno dell'ufficio e non davanti alla porta d'ingresso. Sono in corso analisi per risalire al tipo di esplosivo usato per confezionare l'ordigno.
