ROMA – La sentenza di condanna per l’imprenditore di Esselunga Bernardo Caprotti, che ha scritto il libro Falce e Carrello,  per “concorrenza sleale” ha suscitato la funesta ira degli esponenti del Pdl. Fabtrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, ha dichiarato: ”La sentenza del tribunale di Milano che condanna l’imprenditore Caprotti a 300 mila euro, ordina la distruzione del libro e poi condanna anche Geminello Alvi curatore della prefazione, e Stefano Filippi,coautore e la casa editrice Marsilio e’un autentico scandalo,una patente elusione della liberta’ di pensiero e di stampa”.
Cecchitto ha affermato che chi l’ha redatta ”ha per modello l’Urss di Breznev o l’Italia fascista. E’ anche evidente il messaggio intimidatorio che la ispira: chi osa attaccare le cooperative rosse, che godono di privilegi di ogni tipo, verrà perseguito in ogni modo per cui e’molto meglio tacere”.
”Ci ripromettiamo – annuncia Cicchitto – di studiare il modo per ripubblicare questo libro e sfidare questo atto aberrante. La distruzione dei libri e’il primo e piu’ inquietante segno che la liberta’ e’un pericolo. A suo tempo nazisti,comunisti e fascisti distruggevano i libri con la violenza, adesso in Italia questa indegna operazione viene fatta attraverso alcune sentenze”.
Parla di sentenza politica Francesco Casoli: ” la distruzione del libro ‘Falce e Carrello’ e’ scandalosa. Siamo di fronte ad una gravissima limitazione della liberta’ di pensiero ma soprattutto della verità . Ancora una volta la magistratura, la sua parte sinistra, con una sentenza dal sapore politico cerca di mettere il bavaglio a chi ha avuto il coraggio di denunciare un sistema che proprio in questi mesi sta emergendo con tutta la sua gravita’ dall’inchiesta Penati”.
”Siamo di fronte a decisioni giudiziarie incomprensibili che scardinano il sistema democratico”, ha invece affermato Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio .  ”L’Esselunga ha riassunto in un libro una vasta documentazione, da noi in gran parte già divulgata in due convegni nazionali e in un libro, di un’infinita serie di privilegi e favoritismi che hanno portato – afferma il sottosegretario – al monopolio della grande distribuzione Coop in intere regioni, dati mai contestati ma ignorati dalla magistratura”.
”La magistratura viceversa – prosegue Giovanardi – interviene per condannare Esselunga e ordinare il ritiro e la distruzione del libro. Esponenti del governo e sindaci, eletti ai vari livelli con consenso dei cittadini giudicano inaccettabili manifesti pubblicitari che offendono il sentimento religioso, ma il Tar sospende l’ordinanza del Sindaco di Roma per rimuoverli rimandando all’otto ottobre la decisione nel merito, e consentendo così l’esposizione, con una vera e propria presa in giro per le istituzioni. A questo punt0 non si capisce davvero perché in Italia i cittadini siano chiamati a votare se la volonta’ popolare pretendono di rappresentarla i giudici”.