Eternit, con Balduzzi Casale ci ripensa: “Risarcimento? Forse”

CASALE MONFERRATO (ALESSANDRIA) –  Casale Monferrato riflette e vira verso il no al risarcimento milionario per la vertenza sull’amianto. Il sindaco del Comune dell’Alessandrino, Giorgio Demezzi, parla al Corriere della Sera di “condizioni per un ripensamento” rispetto al sì alla bozza d’intesa raggiunta dalla maggioranza (di centrodestra) in Consiglio Comunale lo scorso 18 dicembre. 

La bozza d’intesa era stata spedita a Casale dai legali di Stephen Schmidheiny, l’ex proprietario dello stabilimento Eternit che per oltre cinquant’anni riempì il quartiere Ronzone di polveri micidiali. Il miliardario svizzero residente in Costarica e principale imputato del processo, offre una cifra tra i 18 e i 20 milioni di euro in cambio della revoca del Comune a costituirsi parte civile al processo sui morti d’amianto che il 13 febbraio andrà a sentenza.

Da quel 18 dicembre, sottolinea il Corriere della Sera, si è mosso anche il governo. Il ministro della Salute Renato Balduzzi, nato a venti chilometri da Casale, a Voghera, ha contattato Demezzi e gli ha indicato un modo per evitare la firma su un accordo che potrebbe cancellare trent’anni di lotta per la verità e 1700 morti di mesotelioma, il tumore della pleura provocato dall’amianto. Balduzzi ha coinvolto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. E’ nato un nuovo accordo di collaborazione tra Stato, Regione ed Enti locali, e la conferma dello stanziamento di nove milioni per le spese del prossimo biennio, oltre all’impegno di trovare i soldi per una nuova discarica di Eternit.

Dice Demezzi al Corriere della Sera: “Si sono presi a cuore il problema in maniera seria, attivando un canale di dialogo quasi quotidiano. Ci hanno permesso di trovare lo stimolo e l’appiglio per ripensare la nostra decisione. La stiamo riconsiderando, finalmente sulla base di atti concreti. L’impegno diretto di un ministro non è cosa da poco. Abbiamo il dovere di riconsiderare la nostra decisione”.

La giunta deciderà giovedì 2 febbraio.

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Maria Elena Perrero