Non si placa l’affanno di Milano nella realizzazione dell’Expo 2015. La Regione ha bocciato l’accordo tra Fiera e il Gruppo Cabassi sui terreni che ospiteranno l’esposizione.
L’accordo con il Gruppo Cabassi era arrivato dopo la decisione di non comprare i terreni destinati alla manifestazione, ma accordarsi con i proprietari (Cabassi e la Fondazione Fiera) e trovare una mediazione per utilizzarli. In questo modo si pensava di diminuire i costi.
Dopo mesi di trattative, alla fine si era arrivati a quella che sembrava una soluzione: la Fondazione Fiera, proprietaria di due terzi dell’area, aveva acquistato il terzo rimanente dal Gruppo Cabassi. A quel punto, la stessa Fondazione, è ente pubblico, aveva messo a disposizione di Expo i terreni, ricevendo in cambio diritti di superficie che potranno essere esercitati dopo il 2015 per garantire alla stessa Fondazione un ricavo, con parte del quale si pagheranno i Cabassi.
Ora lo stop di Roberto Formigoni.Il parere legale lascia aperte tre strade: quella dell’accordo tra privati, pur con l’obbligo di una nuova perizia sul valore dei terreni e con l’obbligo di accordo con il pirellone; l’acquisto dei terreni da parte di una nuova società pubblica con i soldi della Regione; l’esproprio.
La scelta tra una di queste tre strade dovrà essere presa entro il 18 ottobre, data stabilita come scadenza per una risposta dal Bureau International des Expositions, che da Parigi vigila su tutto ciò che ruota intorno all’Expo. Se entro quel giorno non ci sarà la certezza sulla disponibilità dei terreni, l’assemblea del Bie non potrà ufficializzare, in novembre, la registrazione del dossier di candidatura di Milano.
Nonstante manchino solo venti giorni alla scadenza, ieri il presidente Formigoni ha confermato che “sono aperte ancora tutte le ipotesi e per ognuna è stata individuata la strada”, assicurando: “abbiamo i tempi per risolvere il nodo e l’importante è vedere dal punto di vista giuridico il limite entro cui trovare soluzioni legittime”. La pensa allo stesso modo il ministro degli Esteri, Franco Frattini: “L’Expo si farà a Milano e sarà un grande evento”.
Da parte sua, l’architetto Stefano Boeri, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra,artefice del masterplan di Expo, propone di cambiare destinazione: “Andiamo all’Ortomercato. Sono aree pubbliche, non ci sarebbero rischi di speculazione e sarebbero adatte al tema”. Diversa la proposta di Giuliano Pisapia, un altro candidato alle stesse primarie, che suggerisce di usare “i padiglioni già esistenti della Fiera”.