Fake su Facebook per vendetta o bullismo: 2 casi a Treviso

(Foto d’archivio)

TREVISO – Avevano creato un falso profilo Facebook (“fake”) usando la foto di un loro compagno di classe e poi avevano postato messaggi e immagini con il solo obiettivo di deriderlo. Alla fine, però, i genitori della vittima hanno denunciato l’accaduto e i “bulli” sono stati costretti a chiudere l’account. Non una grande condanna, in realtà. Soprattutto se si pensa che sono sempre più numerosi i finti profili Facebook aperti solo per vendetta o con la volontà di umiliare o diffamare un amico antipatico o, sempre più spesso, la propria ex fidanzata. Come è successo sempre a Treviso, ci informa Nicola Cendron sul Gazzettino.

Un giovane è stato infatti iscritto nel registro degli indagati per aver creato un finto profilo con la fotografia e i dati della ex fidanzata di 25 anni. E tra i dati aveva messo anche numero di telefono ed indirizzo, ed una frase in cui la ragazza si dichiarava disponibile ad incontri a carattere sessuale con altri utenti.

Il fenomeno è sempre più diffuso, come spiega Cendron sul Gazzettino:

“Finti profili su Facebook creati ad arte per offendere pesantemente, umiliare pubblicamente e diffamare il bersaglio di turno restando nascosti. O ancora: account registrati appropriandosi dell’identità altrui con tanto di foto. Ma con lo stesso obiettivo: danneggiare la vittima predestinata. Vengono chiamati “fake” (falsi) e vedono come principale bersaglio giovani compagni di scuola da sbeffeggiare o, sempre più spesso, ex fidanzate da mettere alla gogna sulla pubblica piazza virtuale magari con offese irripetibili a sfondo sessuale”.

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Maria Elena Perrero