Inchiesta Fastweb, il procuratore: “Giusto il carcere per Scaglia e Mokbel”

Silvio Scaglia

Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Sante Spinaci, ha chiesto di confermare le ordinanze di custodia cautelare emesse il 18 marzo scorso dal tribunale della libertà di Roma nei confronti di Silvio Scaglia, ex ad di Fastweb, e dell’imprenditore Gennaro Mokbel.

In udienza davanti alla Terza Sezione penale, il pg ha anche chiesto il rigetto dei ricorsi presentati da Scaglia e Mokbel contro le ordinanze emesse nei loro confronti.

I due sono  indagati per associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale nell’ambito di un’inchiesta su un riciclaggio che riguarda due miliardi di euro.

Silvio Scaglia ex amministratore delegato di Fastweb è coinvolto in una vicenda di maxi evasione di circa 365 milioni di euro che sarebbe avvenuta attraverso una serie di operazioni attuate tra Fastweb e Telecom Sparkle nell’ambito di un filone più complesso di indagine su un riciclaggio di due miliardi di euro.

Coinvolti nell’inchiesta anche l’imprenditore Gennaro Mokbel, ritenuto personaggio chiave dell’organizzazione. Ad entrambi, con altri indagati, sono state notificate ordinanze di custodia cautelare nel marzo scorso.

Scaglia attualmente è ai domiciliari mentre Mokbel si trova in carcere.

Il 25 giugno davanti alla Terza Sezione penale è iniziata l’udienza che deciderà sull’impugnazione dell’ordinanza avanzata dai legali degli indagati. Il procuratore generale, ritenendo giusti i provvedimenti emessi dal tribunale di Roma, ha chiesto il rigetto dei ricorsi sia per Scaglia e Mokbel sia per la moglie di quest’ultimo, Giorgia Ricci, il cognato Antonio Ricci e tra gli altri anche l’avvocato Paolo Colosimo, tutti indagati nell’inchiesta sul riciclaggio assieme ad altri imprenditori.

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Maria Elena Perrero