Fazio frena sui body scanner: “Valutare prima rischi salute”

Ferruccio Fazio

Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, frena sui body scanner. E non per una “mera” questione di privacy: il punto, per il ministro è valutare se possano in qualche modo essere dannosi per la salute dei cittadini. Un’eventualità che Fazio non sembra intenzionato ad escludere, anzi.

I macchinari, infatti,  sottopongono l’intero corpo ai raggi X: un modo di analizzare le persone che potrebbe presentare più di qualche rischio per la salute soprattutto per chi, viaggiando spesso,  vi si dovrà sottoporre abitualmente.

Giovedì 7 dicembre il ministro degli Interni Roberto Maroni ha annunciato un accordo per installare  i body scanner in alcuni aeroporti italiani entro due o tre mesi. Evidentemente senza consultare Fazio che, in un’intervista alla Stampa, ha lasciato trapelare più di qualche perplessità.

Prima di pensare all’introduzione dei macchinari, ha spiegato Fazio, bisogna fare analisi precise, «non si possono dare per buone le analisi di altri, ciascuno degli apparecchi che verrà introdotto in Italia dovrà avere il parere del ministero».

E proprio il ministero della Salute ha annunciato che è già pronto un team di quattro persone per effettuare le verifiche. «In linea teorica, le radiazioni cosiddette ‘ionizzantì – spiega Fazio – possono presentare più rischi. Non possiamo escludere a prescindere nessuna ipotesi, soprattutto se si tratta di donne in gravidanza, bambini o viaggiatori frequenti».

La commissione del ministero dovrà dire «cosa è sicuro per quali cittadini – sottolinea il ministro – e quali accorgimenti usare per i soggetti a rischio».

Le perplessità sui nuovi macchinari anti-terrorismo, in ogni caso, non sono solo di Fazio. Giovedì 7 gennaio, infatti, il Belgio ha annunciato il suo “no”, almeno per il momento, all’introduzione dei body scanner.  Da Bruxelles fanno sapere che, prima di installarli, è bene che l’Unione Europea elabori una posizione comune. Che, per il momento, non c’è: mentre l’Olanda sembra intenzionata ad utilizzarli in modo estensivo, infatti, Spagna e lo stesso Belgio sostengono che gli attuali controlli siano già “abbastanza rigidi”.

Posizione intermedia per la Gran Bretagna che ha intenzione di testarli e introdurli, eventualmente, in un secondo momento. Privacy e soprattutto salute permettendo.

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Emiliano Condò