Manca un bidello capace di aiutare i disabili quando hanno bisogno di andare in bagno e l’insegnante di sostegno si è presa cinque giorni di malattia. All’istituto Rizzarda di Feltre in quel momento c’è solo l’addetta al trasporto. Davide, ragazzo disabile, affetto da una rara sindrome cromosomica, si accascia improvvisamente, piegato in due da un forte dolore allo stomaco.
I genitori vengono immediatamente chiamati al telefono dall’addetta, si mettono in macchina e in pochi minuti sono alla scuola. Trovano il figlio ancora a terra, soccorso solo da un compagno di classe suo coetaneo. È solo l’ultimo episodio di una serie che va avanti da due mesi. La famiglia di Davide non ne può più e decide di iscrivere il figlio in un’altra scuola.
Venuti a sapere dell’evento organizzato dall’istituto feltrino per presentare il corso per operatore sociosanitario, a cui il ragazzo era iscritto, i genitori hanno deciso di raccontare la loro storia, con l’obiettivo di far capire alla comunità quanto sia ancora lontana la piena integrazione dei disabili nelle scuole. Davide non ha alcun handicap di tipo fisico.
Ha soltanto un ritardo mentale, che, peraltro, non è mai stato accompagnato da scatti d’ira o atteggiamenti pericolosi per sé o per gli altri. Erano stati gli psicologi dell’età evolutiva dell’unità sanitaria locale a consigliare alla famiglia di iscrivere Davide proprio all’istituto Rizzardi. All’inserimento avevano partecipato anche il preside della scuola media Santa Giustina, dove il ragazzo si era appena diplomato, e il precedente preside della nuova scuola del ragazzo, Carmelo Correnti.
L’anno scolastico inizia e con questo anche i problemi di Davide. La famiglia è disperata e l’Usl viene nuovamente in suo soccorso. Ma la nuova preside del Rizzardi, Elena Zaglio, non si presenta all’appuntamento informale organizzato dagli psicologi. I genitori si arrendono, chiedono il nullaosta e iscrivono il figlio all’istituto tecnico di zona. Il dirigente scolastico, assente ingiustificato all’incontro con il padre e la madre del ragazzo, ha spiegato che, al momento dell’iscrizione : «La famiglia si era accordata direttamente con il precedente preside, senza coinvolgere il personale docente e senza lasciare alcuna memoria scritta a me che gli sono subentrata Il caso specifico non era di facile gestione, in un contesto scolastico di per sé complesso». Neanche sommando l’assistenza Usl a quella offerta dall’insegnante di sostegno si è potuto far qualcosa per Davide, studente “speciale”.
*Scuola di giornalismo Luiss