I carabinieri l’avevano chiamata per avvisarla dell’incidente e lei Graziella Cecconello, 51 anni, di Codigoro (Ferrara) aveva iniziato disperatamente a correre contro il tempo, appigliandosi ad una speranza. Quella maledetta notte in cui perse la sua Alessandra, 33 anni, morta sul colpo a bordo della sua auto.
Qualche mese dopo il danno è arrivata anche la beffa, travestita da contravvenzione: una multa di 38 euro per eccesso di velocità, peraltro irrisorio (andava a 96 km/h in un tratto in cui vige il limite di 90), per “colpa” di un autovelox. Graziella ha chiamato i vigili urbani di Corbola, il paesino in cui si trovava l’autovelox, per contestare la multa, ma non c’è stato nulla da fare.
«Ho cercato di spiegare le ragioni della mia velocità – ha detto la signora al Resto del Carlino – c’è una norma del codice che in caso di urgenza permette di annullare gli atti. La risposta? Dicono che le mie giustificazioni sono veritiere ma non è compito loro valutarle e di rivolgermi al magistrato».
Graziella non ha però intenzione di rivolgersi ai giudici: pagherà la contravvenzione, ma con tanta amarezza. «E’ un gesto di arroganza, un’offesa per quello che ci è successo», ha detto Graziella.