ROMA – Anche il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno fanno la fine del 4 novembre. Fu nell’ormai lontano 1977 che la festa delle Forze Armate l’anniversario della vittoria nella Prima Guerra Mondiale – fu soppressa e spostata alla prima domenica di novembre. Succederà lo stesso alle festività laiche: la festa della Liberazione, la festa del Lavoro, la festa della Repubblica.
Ma nel mirino del governo ci sono finiti anche i santi patroni delle città . Anche loro “spostati”. Si sono salvate solo le feste “concordatarie”, che sono definite in un trattato internazionale col Vaticano e quindi non si possono eliminare se non passando attraverso troppe complicazioni.
Nei giorni che hanno preceduto il varo della manovra economica, si era parlato di uno spostamento delle feste obbligatorio al venerdì o al lunedì più prossimi. In questo caso, ovviamente, la festa sarebbe rimasta, ma spostata in un giorno diverso. E la principale conseguenza sarebbe stata l’eliminazione dei classici ponti vacanzieri. Il più ovvio e più lungo, l’incastro tra il 25 aprile e il Primo Maggio.
Nella conferenza stampa di venerdì sera, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva detto una cosa diversa, parlando di “accorpamento alla domenica”. In questo secondo caso le feste laiche e quelle dei patroni di fatto sparirebbero e basta, perché sarebbero “fuse” con la domenica più vicina. Ci sarebbero le celebrazioni; ma sarebbe una domenica come un’altra.
E come dice il ministro Giulio Tremonti, ci sarebbe un inevitabile effetto sulla produzione e sul prodotto interno lordo, visto che gli italiani avrebbero diversi giorni di lavoro in più a partire dall’anno venturo.
In realtà il testo dell’articolato del decreto legge lascia la questione aperta e irrisolta. Al comma 24 dell’articolo 1, infatti, si legge che ogni anno – entro il 30 novembre – spetta al Consiglio dei Ministri stabilire il calendario delle feste non concordatarie “accorpate”. Come? In modo tale che “cadano il venerdì precedente ovvero il lunedì seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica”.