”Dopo Pomigliano – afferma in una nota la Fiom-Cgil nazionale – la Fiat ha scelto la strada dello scontro frontale sui diritti procedendo a sospensioni e licenziamenti di delegati e lavoratori iscritti alla Fiom”. Oltre a riferirsi all’episodio di Mirafiori, la Fiom afferma che ”a Melfi l’Azienda rifiuta di ritirare il provvedimento di sospensione a due delegati sindacali e a un lavoratore, con la minaccia di passare nelle prossime ore al loro licenziamento”.
”Se qualcuno avesse ancora dubbi – si afferma tra l’altro nella nota – Pomigliano non è un caso isolato. E’ una precisa scelta della Fiat che pensa di usare la crisi per imporre in tutti gli stabilimenti del Gruppo una logica autoritaria e antisindacale nella gestione della produzione e delle fabbriche, cancellando non solo il Contratto nazionale, ma soprattutto il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a contrattare collettivamente la loro condizione lavorativa. Inoltre la Fiat pensa di tagliare ulteriormente il salario dei lavoratori, già falcidiato dal ricorso alla cassa integrazione, rendendo incerta l’erogazione del saldo del Premio di Risultato, che in ogni caso sarà inferiore a quanto corrisposto nel 2008 e nel 2009”, conclude la Fiom-Cgil annunciando anche il ricorso ”a tutti gli strumenti giuridici di tutela dei diritti dei delegati e dei lavoratori”.