
Filonazismo e pedopornografia su Telegram, arrestati tre giovani a Genova: progettavano anche attacchi a Istituzioni
Ingente scambio di materiale suprematista di tipo xenofobo, misogino, omofobo, antisemita e filonazista, condivisione di materiale pedopornografico tra gli utenti di una chat Telegram denominata “Blocco Est Europa” e alla esaltazione di stragi. Questo avrebbero compiuto i tre ragazzi arrestati oggi, 30 novembre, che avevano “simpatia” per Hitler.
Progettavano attacchi alle Istituzioni
Alcuni giovani avevano inaugurato una “campagna di addestramento” al tiro con armi ad aria compressa utilizzando come bersaglio effigi di cariche dello Stato in zone abbandonate di Genova “nell’ottica di un progetto stragista di enormi dimensioni alle Istituzioni”. Questo secondo il gip che ha emesso l’ordinanza.
I tre avrebbero compiuto apologia, attraverso il web, di gravi delitti (omicidi e stragi) anche di tipo terroristico, avrebbero istigato alla violenza sessuale su minori e avrebbero diffuso, sempre tramite i canali social, materiale pedopornografico. Nelle chat venivano esaltati gli school shooters, gli autori di massacri di massa nelle scuole elementari e medie.
Le indagini
Le indagini sono partite da una segnalazione arrivata al Commissariato di polizia online e sono state sviluppate dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Liguria e dalla Digos di Genova. In particolare, i ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 21 anni, scambiavano sulla piattaforma multimediale file video e immagini pedopornografiche, di coprofagia, necrofilia, di decapitazioni, torture ed esecuzioni provenienti dagli ambienti jihadisti, mutilazioni e automutilazioni, violenze xenofobe, razziste e omofobe accompagnate da commenti di approvazione ed esaltazione e intrisi della retorica tipica della ideologia suprematista.
Nelle loro conversazioni, basate sull’odio antisemita e nei confronti delle persone di colore, mostravano simpatie per Hitler e il nazismo oltre a atteggiamenti misogini tramite la condivisione di video di donne, la maggior parte minorenni, che si suicidano, che vengono violentate o uccise.
Indagini non ancora concluse e che proseguono e potrebbero avere presto altri sviluppi: non è escluso che il numero degli indagini possa infoltirsi attraverso l’identificazione delle persone che si nascondono dietro i tanti nickname finiti sotto osservazione da parte dei poliziotti.