“Maserati in cambio di appalti”. Finmeccanica, accuse a Orsi: smentisce

Giuseppe Orsi (Foto LaPresse)

NAPOLI – “Auto di lusso,  lavori di ristrutturazione di una villa in Liguria e soldi che sarebbero stati incassati gonfiando il valore degli appalti”: secondo quanto scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, nell’inchiesta sulle commesse ottenute all’estero da Finmeccanica sarebbero stati queste le concessioni “in cambio di appalti”, come titola il pezzo di Sarzanini (Le accuse dell’ex dirigente a Orsi: “Sei Maserati in cambio di appalti”). In particolare, scrive Sarzanini, sarebbero “sei le Maserati che sarebbero entrate nella disponibilità di Giuseppe Orsi, ma intestate al suo autista. Vetture di grande valore che il manager avrebbe ottenuto dai proprietari di alcune società che lavoravano con AgustaWestland quando lui ne era amministratore. Tre auto sarebbero rimaste in Italia, una risulta spedita a Londra e altre due negli Stati Uniti.

Nuovi accertamenti saranno effettuati anche sui lavori di ristrutturazione di una villa che si trova a Moneglia, in Liguria, ed è intestata alla moglie di Orsi. I controlli dovranno stabilire se davvero – come risulta dai verbali in mano all’accusa – siano stati effettuati da società assegnatarie di appalti gestiti da Agusta nel settore delle opere civili. Aziende che in questo modo avrebbero restituito al manager i favori ottenuti al momento della scelta delle ditte da impiegare”.

Ad alimentare i “sospetti sull’amministratore delegato Giuseppe Orsi – indagato per corruzione internazionale e riciclaggio – e sulla sua gestione di AgustaWestland”, scrive Sarzanini, ci sarebbero le “dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, l’ex responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo che da mesi collabora con i pubblici ministeri di Napoli. E nuovi possibili beneficiari dei suoi finanziamenti: oltre alla Lega Nord Borgogni ha indicato Comunione e Liberazione. Più volte si è parlato del rapporto stretto tra lo stesso Orsi e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, indicato come uno dei suoi sponsor. E adesso si scopre che nel verbale del manager si parla proprio di questi contatti e di possibili passaggi di denaro”.

I magistrati di Napoli che stanno indagando sul caso, Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio, hanno deciso di affidare una consulenza su tutti i contratti stipulati dall’Agusta Westland “fino al maggio scorso, quando Orsi fu chiamato alla guida della holding al posto di Pier Francesco Guarguaglini, scrive Sarzanini. E quando Borgogni, travolto dalle accuse di false fatturazioni e finanziamento illecito ai partiti, fu costretto a farsi da parte. Qualche settimana dopo ha fatto sapere ai magistrati di essere disposto a parlare”.

Scrive Sarzanini che il sistema di “accantonamento” di denaro “da utilizzare per pagare manager e politici è un sistema che Borgogni conosce bene, visto che anche lui è accusato di averlo applicato. Nel caso dei 12 elicotteri venduti al governo indiano nel 2010 si sta cercando di stabilire quante persone abbiano beneficiato dei ‘fondi neri’ che sarebbero stati creati grazie al sistema delle sovraffatturazioni. (…). Il trucco è nella scelta di un mediatore di affari che deve essere disponibile a far figurare compensi molto più alti di quelli che effettivamente percepirà al momento della sigla del contratto. Ed è proprio una parte di questa somma aggiuntiva che, dice Borgogni, sarebbe stata versata in parte alla Lega e in parte a Comunione e Liberazione”.

Scrive sempre Sarzanini sul Corriere della Sera: “Per gestire la commessa indiana il negoziatore con le autorità di New Dehli è stato Guido Ralph Haschke, ingegnere di Lugano ora indagato per corruzione internazionale e riciclaggio perché sospettato di aver distribuito ‘mazzette’ all’estero per conto di Orsi. Dei partiti italiani si sarebbe occupato invece un intermediario britannico conosciuto con un’identità probabilmente falsa: Christian Mitchell. Si tratta di un uomo che i testimoni d’accusa descrivono come legatissimo ad Orsi. E il sospetto è che Mitchell abbia gestito, oltre ai soldi che sarebbero finiti ai politici, anche una ‘cresta’ da destinare ai manager. Soldi che un investigatore non esita a definire come una sorta di ‘pensione integrativa’ messa da parte e poi intascata da chi ha gestito l’appalto”.

LA SMENTITA

 ”E’ assolutamente falso che le sei vetture Maserati siano ‘frutto di appalti’ e che tali auto siano state ‘ottenute dai proprietari di aziende’ che lavorano o hanno lavorato con AgustaWestland”. Lo afferma il presidente e a.d. di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, in una nota in relazione a quanto riportato da organi si stampa. ”La vicenda – spiega Orsi – si e’ svolta nei seguenti termini: a seguito della sottoscrizione, da parte del gruppo Fiat, di un contratto per l’acquisto di un elicottero AgustaWestland (AW139) in sostituzione di un elicottero francese, AgustaWestland ha acquistato sei autovetture ‘Maserati Quattroporte’ dal gruppo Fiat, al fine di svolgere compiti di rappresentanza con auto italiane in sostituzione di auto straniere”.

”Nel giugno del 2008, con atto notarile – prosegue la nota di Orsi – AgustaWestland ha venduto tre delle sei autovetture alla Service Car srl, societa’ che svolge il servizio di trasporti per la stessa AgustaWestland e che, pertanto, ha tra i suoi dipendenti anche gli autisti che accompagnano l’amministratore delegato e altri manager e ospiti del gruppo. La Service Car srl e’ una societa’ costituita nel 1999, da alcuni ex autisti dipendenti di AgustaWestland, nell’ambito di un processo di esternalizzazione dei servizi di gruppo. Le rimanenti tre autovetture sono, invece, di proprieta’ di due controllate di AgustaWestland: Agusta Westland Corporation (una vettura) e Agusta Westland Ltd (due vetture)”, conclude Orsi.

”E’ falso” che i lavori ”nell’abitazione della mia famiglia in Liguria siano stati effettuati da aziende fornitrici di AgustaWestland”, precisa il numero uno di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. ”I lavori sono stati affidati ad un’azienda locale che non ha ovviamente mai avuto rapporti di alcun genere con AgustaWestland”. Orsi si dice ”esterrefatto per il modo in cui la mia credibilita’ personale e professionale”, ”venga messa in discussione con tanta superficialita’ da dichiarazioni ‘per sentito dire”’.

Orsi, in conclusione della nota si dice ”esterrefatto per il modo in cui la mia credibilita’ personale e professionale, acquisita in 40 anni di lavoro riconosciuto nel mondo, venga messa in discussione con tanta superficialita’ da semplici dichiarazioni ‘per sentito dire’, totalmente infondate. Questi attacchi gratuiti generano danni a Finmeccanica e sconcerto tra i suoi 70 mila dipendenti”.

 

 

 

 

 

 

Published by
Maria Elena Perrero