
ROMA – Gianni De Gennaro, ex capodella Polizia ed ex sottosegretario con delega ai servizi segreti. E’ questo il nome che il Tesoro indicherà giovedì 4 luglio all’assemblea dei soci di Finmeccanica per la presidenza del gruppo di Piazza Monte Grappa.
Lo conferma una nota. Il Tesoro indica come consigliere d’amministrazione anche Alessandro Minuto Rizzo. La nota del Ministero:
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha designato quali candidati al consiglio di amministrazione della società Finmeccanica, partecipata dal Tesoro, il prefetto Giovanni De Gennaro e l’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo.
Le designazioni, individuate sulla base dei criteri e delle procedure ispirati a meritocrazia e trasparenza indicati dalla direttiva del 24 giugno, verranno proposte all’assemblea della società che si terrà domani. Il rappresentante del Tesoro indicherà all’assemblea il prefetto De Gennaro per la carica di presidente della società. I nuovi amministratori assumeranno il proprio incarico nell’ambito dei limiti di mandato dell’intero consiglio, che arrivera’ a scadenza nel 2014.
Chi è Gianni De Gennaro. Una vita da sbirro, un soprannome da duro, una carriera costellata di successi e macchiata da un’ombra, l’irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8 di Genova, che neanche l’assoluzione definitiva ha completamente cancellato: Gianni De Gennaro arriva alla guida di Finmeccanica dopo quarant’anni passati ad inseguire – e spesso prendere – mafiosi, brigatisti, terroristi.
Sette anni da capo della polizia, unico non americano ad aver ricevuto la massima onorificenza dell’Fbi, quattro alla guida dei servizi segreti e uno da tecnico prestato alla politica come sottosegretario con delega agli 007, lo ‘Squalo’ – come lo chiamavano i suoi più stretti collaboratori – è sempre stato un uomo di poche parole, con le idee molto chiare e capacità riconosciutegli anche dai suoi nemici.
“All’inizio degli anni novanta mi diedero un pezzo di carta e mi dissero ‘fai la Dia’ – raccontò quando il governo Prodi lo nominò commissario straordinario per l’ennesima emergenza rifiuti in Campania – Non avevo nulla, lo staff era composto praticamente solo da me. Con l’autista ci fermavamo in una traversa di via Barberini e in macchina scrivevo le relazioni. La differenza è che di rifiuti ho dovuto studiare, di mafia qualcosa sapevo”.
E in effetti, a combattere la mafia De Gennaro ha passato buona parte della sua vita, artefice di quella squadra di investigatori di razza che annoverava tra le sue fila l’ex capo della Polizia Antonio Manganelli e l’attuale capo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza Alessandro Pansa. Nato a Reggio Calabria il 14 agosto del 1948, De Gennaro entra in polizia nel 1973. Con il grado di commissario ottiene il suo primo incarico alla questura di Alessandria e nel 1975 viene trasferito alla questura di Roma e assegnato alla Squadra mobile come dirigente della narcotici prima e alla Criminalpol del Lazio poi.
Sono gli anni di piombo ma anche quelli in cui la ‘mala’ romana diventa criminalità organizzata, con l’arrivo dei marsigliesi e degli ambasciatori di Cosa Nostra. Nel 1984 lo Squalo e’ trasferito alla Criminalpol per dirigere prima il Nucleo centrale anticrimine, poi il Servizio centrale operativo. Anni in cui si solidifica il rapporto con Giovanni Falcone, che affianca per 11 anni. Da Roma alla Sicilia fino agli Usa, le operazioni antimafia firmate dai due hanno fatto storia: Pizza Connection, Iron Tower, la collaborazione di pentiti del calibro di Tommaso Buscetta e Totuccio Contorno, l’arresto di latitanti quali Zaza, Vernengo, Lucchese. Fino all’arresto del 2006 dell’allora numero uno di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.
Promosso per due volte per merito straordinario – la prima, nel 1980, protagonista in un conflitto a fuoco all’ambasciata belga di Roma finito con la liberazione di 30 ostaggi; la seconda nel 1990, a conclusione di una serie di importanti operazioni di rilievo internazionale contro la mafia – nel 1991 diventa vice direttore della Dia e due anni dopo direttore. Ma lo Squalo è impegnato anche sul fronte dei sequestri di persona, dirigendo personalmente le indagini che hanno condotto alla liberazione di Esteranne Ricca, di Carmine Del Prete, di Augusto De Megni e di Patrizia Tacchella. E c’è sempre il suo zampino nelle indagini che portano all’arresto degli ultimi brigatisti, quelli responsabili degli omicidi di D’Antona e Biagi.
Dopo 6 anni da vice capo, il 26 maggio del 2000 Gianni De Gennaro arriva alla guida della Polizia. “Il primo spunto concreto di indagine per venire a capo della strage di Capaci – disse il giorno del suo insediamento l’ex capo della procura di Palermo Giancarlo Caselli – lo fornirono gli uomini da lui coordinati”. “Ricordo bene – disse invece l’ex picconatore Cossiga – quando Falcone lo accompagnò da me al Quirinale e me lo presentò come un grandissimo investigatore e un collaboratore di grande affidabilità e lealtà”.
L’anno nero di De Gennaro è il 2001, quando si trova ad affrontare il G8 di Genova e finisce sotto accusa per la gestione dell’ordine pubblico e, soprattutto, per il blitz alla Diaz. Subito dopo, in una delle sue rare interviste concesse in questi anni, raccontò al Tg5 di non aver mai pensato di dimettersi. E successivamente, replicando ad Heidi Giuliani in Commissione al Senato, aggiunse: ”Non credo che il comportamento di singoli, sicuramente censurabili, debba inficiare il valore e la generosità delle forze di polizia in generale”. Da quella storia De Gennaro è uscito pulito. Assolto in primo grado e poi condannato ad un anno e quattro mesi per aver istigato alla falsa testimonianza l’ex questore di Genova Francesco Colucci, è stato assolto dalla Cassazione “perché il fatto non sussiste”: “Non si è acquisita – scrissero i giudici nelle motivazioni – alcuna prova o indizio di un coinvolgimento decisionale di qualsiasi sorta nell’operazione Diaz”.
Lo Squalo lascia il Dipartimento di Ps, la sua ‘famiglia’, nel 2007: un anno a Napoli e poi alla guida degli 007, dove resta fino all’anno scorso quando il governo Monti lo nomina sottosegretario con delega ai Servizi. Ruolo dove, tra l’altro, ha avuto a che fare con Finmeccanica, che ora dovrà guidare.