“Sui tetti ci salgono gli operai per difendere il lavoro: chi lo dice che non ci può salire un amministratore per difendere l’utilità del proprio?”. Salvatore Allocca, 64 anni, assessore al welfare della Regione Toscana, è salito sul tetto di un ostello di Firenze per protestare “contro la macelleria sociale del governo che taglia a più non posso”. E non ha intenzione di scendere. “Se dormendo su queste tegole riuscirò a riaccendere almeno in parte la fiammella di un conflitto sociale oggi quanto mai necessario allora si avrò vinto”.
Materassino, sacco a pelo, imbracatura da alpinista. Alle 14,30 di martedì Allocca è salito sul tetto dell’ostello popolare di piazza Piattellina, luogo simbolo dell’assistenza sociale fiorentina: ha deciso di passare lì la notte, come forma di protesta contro i tagli dell’esecutivo. “Fa macelleria sociale – spiega – i cittadini e i lavoratori sono parte lesa, così come Regioni ed enti locali ed è senza precedenti l’attacco del Governo allo stato sociale, ai diritti di cittadini e lavoratori”.
L’assessore al welfare critica la manovra contenuta nel decreto legge n. 78 del 2010 (“Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”) che prevede tagli per la Regione Toscana di 320 milioni di euro per il 2011 e di 360 milioni per il 2012. “L’impianto della manovra non ha alcuna posta destinata allo sviluppo ed alla equità – afferma Allocca – ma ha come unico riferimento la riduzione della spesa pubblica di Regioni ed enti locali e, con essa, la riduzione della quota destinata agli interventi sociali, al trasporto pubblico, al sostegno dell’occupazione, il non rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, alla sanità, alla scuola”.
Romano di nascita ma maremmano d’adozione, Allocca appartiene alla Federazione della sinistra. “Sono sempre stato da battaglia e da scrivania – spiega l’assessore – nella mia vita ho fatto tutto, da Valle Giulia a Genova allo sciopero della fame con Ferrero. Una volta mi sono anche legato a un cancello e da questo tetto non scendo di certo. Convocherò qui le riunioni e mi allontanerò solo per partecipare a quelle necessarie”.
La prima nottata di Allocca sul tetto dell’ostello è passata tra pizza melanzane e salamino, birra e il libro di Giorgio Ruffolo “Il capitalismo ha i secoli contati”. La bandiera di Rifondazione Comunista sventola, è una notte fredda per la rivoluzione. Ma l’assessore non si perde d’animo: a preoccuparlo non è di certo l’aria rigida, ma la mancanza di fondi necessari ad erogare servizi ai cittadini. La manovra, spiega, arriva dopo una crisi economica a lungo negata che ha impoverito le famiglie e colpito il tessuto produttivo del paese.“Una riduzione drastica che arriva alla fine di un triennio in cui il governo Berlusconi aveva già messo ripetutamente le mani nelle tasche degli enti locali e quindi – conclude – dei cittadini a cui sono destinati i servizi”.
Questa mattina però vigili e carabinieri sono saliti sul tetto dell’albergo popolare per invitare “caldamente” l’assessore regionale a scendere. Le forze dell’ordine sono state inviate su denuncia del sindaco Matteo Renzi, che ha improvvisato una conferenza stampa: l’assessore, secondo il primo cittadino, è stato scorretto: “Ha detto che era salito sul tetto a nome della Regione ma lassù sono comparse solo le bandiere del suo partito”. Dopo oltre un’ora Allocca si è convinto a scendere. “La lotta merita di essere continuata, sceglieremo un altro posto per proseguirla altrove. La protesta – assicura Allocca – proseguirà in altre forme”.
*Scuola di Giornalismo Luiss
