FIRENZE – Un tumore di oltre 10 centimetri di diametro, vegetante, ulcerate, necrotico e sanguinante, che escresceva dalla cute, nascosto e curato con foglie di cavolo verza. Così si è presentata una signora, circa 70 anni, al Centro di medicina naturale dell’Usl 11 di Empoli (Firenze). Una visita che lei, che toscana non è, era convinta sarebbe servita solo a confermarle che l’autocura scelta per il tumore al seno era quella giusta.
La donna, secondo quanto spiega il direttore del Centro Fabio Firenzuoli, aveva letto di questo possibile rimedio naturale su un libro di un medico francese, ”un libro che è ancora in commercio”, aggiunge Firenzuoli. Ed era talmente convinta di essere nel giusto ”che è venuta a farsi visitare, pensando che avremmo potuto continuare la terapia del ‘cavolo’ – prosegue il medico -, magari con l’aggiunta di qualche altra erba”. E ancora più difficile, prosegue, ”è stato convincerla di quale fosse la corretta terapia da seguire, inviandola subito dal chirurgo”.
”Ci siamo riusciti solo assicurandole che, dopo l’intervento – aggiunge – l’avremmo continuata a seguire con le nostre migliori terapie di supporto”. ”Mai avremmo pensato che anche un ortaggio utile, buono, anzi ottimo, come il cavolo, in tutte le sue forme e varietà, e in tutti i suoi colori (bianco, verde, viola, …) sarebbe potuto diventare un pessimo e incredibile esempio di terapie cialtronesche”, conclude Firenzuoli spiegando che la donna, ”di un certo livello culturale”, si era affidata all’automedicazione ”temendo di dover iniziare un percorso di chirurgia, chemioterapia e quant’altro”.
Le costanti applicazioni di foglie di cavolo, oltretutto, aveva dato un miglioramento che, secondo la signora, ”era confermato dal fatto che il nodulo stava crescendo sì, ma non dentro, bensì all’esterno”.