
Rapinato mentre era in auto col figlio, un orafo ha reagito sparando in strada 7 colpi di pistola, due dei quali hanno raggiunto due auto in sosta. In una delle macchine colpite c’era una donna, rimasta illesa.
Dagli accertamenti finora svolti dai carabinieri, non sarebbero stati feriti neanche i malviventi, due, riusciti a fuggire in sella a una moto.
L’episodio è avvenuto intorno a mezzogiorno di giovedì 14 ottobre a Firenze, in via di Rusciano, alle pendici di piazzale Michelangelo, strada trafficata a quell’ora.
L’orafo, 51 anni, un laboratorio ad Arezzo, è stato poi denunciato per eccesso colposo di legittima difesa. La vittima era ferma in macchina al semaforo, quando uno dei rapinatori – descritto come un giovane sui 25 anni, capelli corti e scuri – ha infranto il finestrino e portato via la valigetta con i preziosi, valore 150.000 euro. Poi ha raggiunto un complice che lo aspettava in moto. La vittima avrebbe allora aperto lo sportello dell’auto e, nel tentativo di fermare i due malviventi, ha sparato sette colpi. Non li ha centrati e ha rischiato di far male ad una donna, che era nella sua macchina, ferma, a telefonare.
”Giro armato da due anni, da quando ho subito un’altra rapina – ha detto poi -. Questa è la terza che mi capita. Sono assicurato – aggiunge – ma l’assicurazione è come non averla. Non mi sento tutelato perché questi rapinatori sono impuniti. L’altra volta sono stati arrestati, sono stati condannati ad un anno e mezzo e dopo poco erano di nuovo liberi”.
Per questo ha deciso di acquistare una Walter semiautomatica da portare sempre con se’. Stamani,’per la prima volta”, l’ha tirata fuori. Ma forse a causa della paura, i sette colpi presenti nel caricatore sono stati sventagliati da una parte all’altra della strada mentre i banditi scappavano. Sono arrivati vicino alla porta di un’abitazione, uno si è conficcato nella portiera di un’utilitaria parcheggiata oltre l’incrocio, un altro è entrato nell’abitacolo della Mini su cui si trovava la donna che ha poi detto: ”Fortunatamente ero da sola in auto, non c’erano con me i miei bambini”.
