Il mestiere più antico del mondo è il metodo per combattere la crisi di oggi. Questa la scelta obbligata per tre donne di Firenze di 58, 50 e 37 anni. Donne insospetttabili che si sono improvvisate prostitute per tirare avanti: senza un marito, con la pensione minima e disoccupate. Difficile pagare l’affitto e mantenere gli studi ai figli in queste condizioni.
Così la necessità di soldi si trasforma nella scelta di prostituirsi. Tutti i giorni dalle 15.30 alle 18.30 ad eccezione della domenica. Il luogo scelto un garage di proprietà di una delle tre donne, dalle parti di ponte Vittoria, trasformato in alcova e fornito di numerosi giocattoli erotici per soddisfare le richieste dei clienti, anche le più particolari.
Ma quel garage inizia ad essere molto frequentato. Gli annunci sui giornali locali e il passaparola dell’artigianale “casa chiusa” portano molti clienti, uomini oltre i sessant’anni. La gente inizia a notare il movimento e le voci su quella che ormai tutti sanno essere diventata una casa d’appuntamento arrivano ai carabinieri.
Il blitz dell’arma nell’alcova ha interrotto quel giro di affari che procurava alle donne da alcuni mesi uno “stipendio” di circa 700-800 euro.
La proprietaria del garage, una fiorentina di 58 anni con 242 euro di pensione al mese, divorziata e domiciliata in una casa popolare, con un figlio iscritto all’università è stata arrestata per sfruttamento alla prostituzione. Dalle prime indagini sembra che la donna, prostituta anche lei, subaffittasse l’alcova alle due amiche, disoccupate, da cui guadagnava 10 euro a prestazione.
*Scuola di Giornalismo Luiss
