Due uomini, padre e figlio, Sante e Pietro Zimotti, di 47 e 26 anni, sono stati uccisi in una loro masseria nelle campagne di Cagnano Varano, a colpi di arma da fuoco secondo prime informazioni. I loro corpi sono stati scoperti poco fa dopo che in serata non erano tornati a casa dal fondo in campagna dove si erano recati stamane. Sul posto si stanno recando i carabinieri dell’area garganica e del comando provinciale di Foggia.
Le due vittime sono Sante e Pietro Zimotti, padre e figlio. Secondo le prime informazioni i due uomini non avrebbero connessioni con la criminalità garganica anche se il loro cognome – abbastanza diffuso nella zona – è quello di una famiglia ritenuta a capo di un agguerrito clan nell’area. Sono stati uccisi a colpi di fucile, i loro corpi sono stati trovati in una boscaglia nei pressi della loro masseria da famigliari che erano andati a cercarli perché non erano tornati a casa.
A quanto si apprende dagli investigatori, non vi sarebbero per il momento elementi che possano far propendere necessariamente per un duplice omicidio compiuto dalla ”criminalità associativa”. I due uomini – a quanto si sa per ora – sembra stessero tagliando legna quando sono stati assaliti e uccisi. I loro corpi sono stati trovati nella tarda serata di martedì dai famigliari che erano andati a cercarli perché non li avevano visti tornare a casa.
Per ora, l’ipotesi prevalente degli investigatori sembra escludere l’uccisione compiuta dalla criminalita’ organizzata e privilegerebbe quella di un assassinio per conflitti nati nell’ambito di rapporti sociali dei due. Nella vita di Sante Zimotti vi sarebbero, abbastanza datati, precedenti penali per minacce e pascolo abusivo.
L’episodio è il secondo brutale duplice omicidio sul Gargano nel giro di 10-20 giorni. Il 28 novembre scorso infatti furono ritrovati i corpi carbonizzati dei fratelli Martino e Giovanni Piscopo, di 51 e 45 anni, imprenditori turistici di Vieste, tra le più rinomate località garganiche.
I fratelli Piscopo erano stati sequestrati il 18 novembre, legati, torturati perché rivelassero qualche informazione utile, uccisi a colpi di pistola e infine carbonizzati a bordo di un’automobile data alle fiamme in localita’ ‘Posta Telegrafo’, una zona impervia tra Vieste e Peschici.