«È ben evidente che nelle scuole i professori facciano politica invece di insegnare agli studenti». Così l’eurodeputato e segretario toscano della Lega Nord Claudio Morganti commenta l’iniziativa di una professoressa della Media statale “Botticelli” di Firenze che, secondo alcuni giornali locali, avrebbe fornito come dispense un articolo sulle foibe già pubblicato su World socialist web site, un sito di estrema sinistra che definirebbe il Giorno del ricordo istituito dal governo come “un’ iniziativa neofascista”.
Secondo Morganti, l’iniziativa «si condanna da sola e offende la memoria dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, dalmati e giuliani, dimostrando che in Italia ci sono professori ancora legati alle ideologie, soprattutto quelli di storia come nel caso del “Botticelli” di Firenze. E questo dimostra anche che il ministro Gelmini ha ancora moltissimo da lavorare per estirpare questi docenti-politici».
«Far passare il ricordo delle foibe come un revival neofascista o arrivare a negarlo – prosegue Morganti – è come negare l’Olocausto degli ebrei e contribuisce ad uccidere una seconda volta i martiri. Non ci sono morti di serie A o di serie B, ma morti che meritano di essere commemorati». Morganti, infine chiede che all’insegnante del Botticelli sia «tolta l’abilitazione a insegnare perché fa politica. E intervenga la magistratura per constatare se ci sia stato o meno reato».
