ROMA – Fonsai, “451mila euro a Ignazio La Russa, 300mila a Vincenzo La Russa e 211mila a Geronimo La Russa”. Nell’inchiesta milanese sulla società della famiglia Ligresti spuntano le spese per un’altra famiglia di Paternò che ha fatto carriera.
Scrivono Sandro De Riccardis e Walter Galbiati su Repubblica:
“Uno stringato elenco di prestazioni, indicate come “parcelle sinistri” e con un più vago “altre prestazioni di servizi”, che garantiscano alla famiglia dell’ex ministro della Difesa e parlamentare di centrodestra pagamenti per quasi un milione di euro. Il documento è stato depositato agli atti dell’inchiesta sull‘ex presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, accusato di corruzione e calunnia, e Salvatore Ligresti, indagato per corruzione”.
Alle “spese” per la famiglia La Russa si aggiungono i sette milioni deliberati a favore dello stesso ingegner Ligresti dal suo gruppo assicurativo, oltre ai 268mila euro alla moglie di Paolo Gioacchino Ligresti, figlio di Salvatore, e non arrestato solo perché residente in Svizzera.
Da Fondiaria-Sai, scrive Repubblica, Vincenzo La Russa, fratello di Ignazio e indagato nel filone torinese dell’inchiesta, avrebbe avuto due pagamenti: uno nel 2010 da 126mila euro per “parcelle spese sinistri”; un secondo, nel 2009, da 174mila euro per “parcelle spese sinistri + spese sociali diverse”.
All’ex ministro della Difesa, all’epoca in cui era in carica, sarebbero andati, invece, 198.928 euro per “altre prestazioni di servizi” nel 2009, con un pagamento da Milano Assicurazioni. Sempre in quell’anno Fodiaria Sai gli avrebbe pagato 98mila euro per “parcelle spese sinistri”. L’anno successivo all’ex ministro sarebbero arrivati 76mila euro da Fonsai e 77mila da Milano Assicurazioni. Per un totale di 451mila euro.
Tra le parcelle spese di Fonsai ci sono anche 21mila euro destinati, tra il 2009 e il 20101, a Geronimo La Russa, figlio di Ignazio e consigliere di Premafin, la holding di Fonsai, dove sedeva un altro figlio noto: Piergiorgio Peluso, rampollo della ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri.
LA REPLICA DI IGNAZIO LA RUSSA – Raggiunto al telefono dal Corriere della Sera, Ignazio La Russa ha replicato a Repubblica: “Mi meraviglia questo clamore, da avvocato ho intrattenuto rapporti con il gruppo Fonsai fin dal 1978″. Ma tra il 2009 e il 2010 era ministro: “Da quando sono diventato ministro ho interrotto le mie attività professionali”. E allora quei soldi? “Forse si tratta di pagamenti pregressi incassati successivamente”. Il ruolo di suo figlio e di suo fratello? “Si tratta di professionisti, che fanno il proprio lavoro, e che non vanno confusi o associati a me”.