ROMA – Prima lo ha colpito alla testa con una serie di colpi, poi lo ha accoltellato. Per disfarsi del cadavere dell’amico, ha successivamente dato fuoco alla villetta di Formello, alle porte di Roma, in cui è accaduto l’omicidio della amico. La fuga infine, è terminata con l’arresto.
Protagonisti di questa macabra storia, due uomini di 50 anni. Tutto è iniziato intorno alle 22 di giovedì 4 luglio: i due amici, secondo gli investigatori, hanno cominciato a discutere forse per una questione di denaro. Il litigio è degenerato e a farne le spese è stato Massimo Orsi, un operaio edile con precedenti per furto, lesioni e ricettazione.
A quel punto l’assassino ha dato fuoco a una delle stanze di letto della villetta con lo scopo di occultare il cadavere lasciato cadavere in soggiorno. Ma l’intervento dei vigili del fuoco, avvisati da uno dei vicini, ha portato alla luce quanto accaduto: dopo quasi sei ore di lavoro infatti, i pompieri sono riusciti a entrare nella stanza in cui si trovava il corpo martoriato di Massimo Orsi.
Al resto hanno pensato i carabinieri che hanno sequestrato tutti gli oggetti che potrebbero essere stati usati durante la lite ed hanno ordinato l’autopsia del corpo. I militari dell’Arma sono partiti subito alla caccia del presunto assassino e in un container non troppo distante dal luogo dell’omicidio hanno arrestato Giorgio Frongia, coetaneo dell’uomo assassinato, e suo ospite dopo lo sfratto.
L’uomo è stato trasferito nel carcere di Rebibbia e si è chiuso nel silenzio, rendendo più difficile del previsto il lavoro degli investigatori che al momento puntano sulla pista del litigio per questioni di denaro.
Uno dei vicini di Orsi ha raccontato agli inquirenti che “qualche settimana fa vicino al citofono era spuntata la targa di una società. Poi è sparita. Non posso dire di conoscere bene la vittima — spiega l’uomo — ma so per certo che fino a tre anni fa viveva qui con la moglie. Poi aveva costruito altre stanze per la figlia e il suo compagno”.
La villetta, racconta il vicino di Orsi, sarebbe rimasta disabitata a lungo: “L’ho rivisto di nuovo un mese fa dopo anni di assenza Ospitava un altro uomo. Negli ultimi due giorni hanno tenuto sempre le finestre chiuse e acceso il camino, con questo caldo, bruciando qualcosa che non era sicuramente legno. Poi l’altro uomo è uscito un paio di volte di casa e ha acceso la sua moto dando gas. Così tanto che sembrava volesse fondere il motore”.