Il presidente dell’Authority, Antonello Soro, ha spiegato che “l’obiettivo non è di sanzionare o dare prescrizioni”. Eppure la regola è chiara, così come per i cellulari: possono essere usati solo “per scopi strettamente personali”, non per diffondere video o foto su internet “senza il consenso delle persone riprese”.
Diktat precisi anche su iPad e simili: si usino solo “per fini didattici” o per “consultare in classe libri elettronici e testi online”.
Per le pagelle elettroniche il Garante fa sapere che “in attesa di poter esprimere il previsto parere”, “auspica l’adozione di adeguate misure di sicurezza”.
E pure i voti a scuola, quelli delle interrogazioni e degli scrutini sono finiti nel mirino dell’Authority. Spiega al Corriere della Sera Salvatore Giuliano preside dell’istituto Majorana di Brindisi, considerato il più digitalizzato d’Italia: “Senza liberatorie e informative non potremmo andare avanti. Informiamo gli studenti di qualsiasi operazione che possa comportare l’utilizzo di dati, foto, video. E siamo attentissimi a tutelare i loro dati personali, a cui possono accedere solo loro o le famiglie attraverso login e password. La privacy per noi è pane quotidiano”.