Si allarga l’emergenza maltempo nei Comuni dei Nebrodi, in provincia di Messina interessati da un vasto dissesto idrogeologico. Dopo Raccuja (440 ordinanze di sgombero), San Fratello (circa 2 mila sfollati tra evacuazioni ed abbandono volontario dlle case) e Sant’Angelo di Brolo (20 ordinanze di sgombero), ora a anche a Tusa la Protezione Civile ed il sindaco hanno deciso di far evacuare 20 famiglie a rischio per uno smottamento franoso.
L’Unità di crisi, visto che ormai il territorio da monitorare è diventato troppo vasto, è stata spostata da San Fratello nella sede dell’Ente “Parco dei Nebrodi”, a Sant’Agata Militello dove nel pomeriggio del 15 febbraio si farà il punto sulla situazione tra il direttore regionale della Protezione Civile, Pietro Lo Monaco, quello provinciale, l’ing. Bruno Manfrè ed i sindaci del comprensorio dei Nebrodi che venerdì 19 febbraio manifesteranno a Capo d’Orlando per chiedere interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio e per rivendicare il diritto alla mobilità, visto che la strada statale 113 è interrotta a Gioiosa Marea ed a Testa di Monaco, a Capo d’Orlando e che molte frazioni dei Comuni sono da settimane isolati per le frane che ostruiscono molte strade provinciali e comunali.
La frana che sta interessando San Fratello è un “grave disastro”. A dirlo è l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, Mario Centorrino, che ha effettuato una ricognizione sul posto. «Abbiamo preso atto -ha aggiunto- che vi sono due segmenti di una grande frana: uno si muove lentamente,l’altro va progressivamente accelerando. Si tratta di una frana che risale a circa 200 anni fa e che divide il paese».
Nella zona sono già presenti, per valutare la situazione e intervenire tempestivamente, una unità operativa della protezione civile regionale, vigili urbani e tecnici della Regione. «Spero -ha proseguito l’assessore- che l’intera collettività si faccia carico di questa emergenza perché stiamo assistendo a scene veramente tristi, di una popolazione costretta a sfollare, cercando compostamente e disperatamente di mettere a riparo tutte le proprie cose».