Annamaria Franzoni è tornata in aula, a Torino, per gridare la sua innocenza. Al processo Cogne bis ha detto, in una dichiarazione spontanea: ”Non sono stata io, lo ripeto. E non avevo nessun motivo di essere ansiosa o depressa”. La Franzoni è imputata di calunnia.
Anna Maria Franzoni ha preso la parola in tribunale a Torino al termine dell’udienza del processo in cui risponde di calunnia per un presunto tentativo di inquinamento della scena dell’omicidio del figlio Samuele Lorenzi.
La sessione era stata interamente dedicata a un veloce excursus sulle varie perizie psichiatriche che si sono succedute nel corso del procedimento giudiziario; c’era stata anche una polemica piuttosto aspra tra il perito che in primo grado definì la donna sana di mente, e gli altri che in appello ipotizzarono dei disturbi. Anna Maria ha ribadito che all’epoca del fatto si sentiva benissimo ed era contenta di stare a Cogne con il marito e i figli.
”Solo dopo – ha aggiunto tra le lacrime – ho conosciuto ansia e depressione. Solo dopo sono stata male. Ma chi non capisce questo non sa leggere la sofferenza di una persona. Chi lo dice non ha mai riconosciuto il mio dolore”. La Franzoni, in quella che e’ parsa una replica diretta alla maggior parte dei periti, ha detto tra l’altro che non è vero che fosse ”coccolata”.
Anzi, gli inquirenti (e i giornalisti) ”mi hanno sottoposto a delle torture”. ”Era un continuo. Mi lasciavano sola per ore e poi riprendevano ad interrogarmi. Nessuno mi ascoltava”. ”La pressione mediatica era immensa e sono andati avanti per anni. C’erano paparazzi e giornalisti nascosti ovunque, sotto casa, alle finestre”.
La donna, in particolare, ha citato due interviste: quella resa a Italia Uno in cui alla fine si chiedeva se avesse pianto troppo (ha detto che il significato di quella frase è stato travisato) e l’intervista resa a Maurizio Costanzo in cui parlò della nuova gravidanza. Qui ha indirizzato una critica al conduttore: ”Chiesi a Costanzo di non divulgare la notizia ma purtroppo l’argomento era appetibile”. E la domanda specifica fu ”una domanda trabocchetto”.