MILANO – Tre albanesi sono stati arrestati all’aeroporto di Milano Malpensa mentre stavano per imbarcarsi su un aereo diretto a Vienna per sfuggire alla giustizia italiana. I tre si erano resi protagonisti di alcune scorribande su un’Audi A6 rubata a Pordenone: sono accusati di furto aggravato e reati minori.
Martedì 15 novembre erano sfuggiti all’arresto perché la Procura della Repubblica di Treviso aveva giudicato che gli elementi raccolti fino a quel momento consentivano soltanto la denuncia per ricettazione.
Il mancato arresto, ricorda La tribuna di Treviso,
aveva scatenato un fuoco di fila di polemiche, la Lega Nord aveva portato il caso in Parlamento, era esplosa l’indignazione dei cittadini e pure di vari esponenti politici, dal sindaco di Meduna di Livenza Marica Fantuz, del Carroccio, al sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti, che si era dichiarato “sconcertato”. Dal canto suo il procuratore di Treviso Michele Dalla Costa aveva respinto al mittente le accuse e difeso l’operato del suo ufficio. “In base alle informazioni in nostro possesso – le sue parole – non si poteva fare diversamente”.
L’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Pordenone, però, ha consentito di raccogliere ulteriori elementi a carico del terzetto.
I militari, continua il quotidiano, hanno attribuito con certezza un furto perpetrato in un’abitazione ad Azzano Decimo la sera stessa dell’inseguimento: il proprietario aveva già riconosciuto la bigiotteria rubata e rinvenuta nelle tasche di uno dei tre albanesi quella stessa notte. C’erano anche i gravi indizi della ricettazione, visto che la banda è scappata a folle velocità a bordo di un’auto rubata, cercando di seminare ripetutamente i carabinieri lanciati all’inseguimento. La Procura di Pordenone ha preso quindi in mano la situazione. Con il pieno appoggio e la supervisione del procuratore reggente Federico Facchin, il pm Monica Carraturo ha avanzato al gip Alberto Rossi una richiesta di custodia cautelare in carcere per i tre soggetti, peraltro senza fissa dimora.
Per gli inquirenti non solo c’era un pericolo concreto di fuga ma anche il pericolo di reiterazione del reato. In meno di ventiquattro ore tutte le procedure sono state completate e l’ordinanza è stata firmata dal gip Rossi giovedì.
Subito i carabinieri hanno diramato gli avvisi di ricerca, in una corsa contro il tempo. I nomi dei tre albanesi sono stati diffusi anche in tutti gli scali aeroportuali d’Italia. Per fortuna non avevano ancora lasciato il Paese, ma stavano pianificando la partenza.