
GORIZIA – Fulvio Bressan, il produttore di vini di Farra d’Isonzo, รจ stato bandito dalla guida Slow Wine 2014. La decisione da parte di Slow Food รจ arrivata dopo che il vignaiolo Bressan รจ stato accusato di aver pubblicatoย insulti razzisti nei confronti del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge dalla sua pagina Facebook. La decisione di bandire Bressan ha scatenato reazioni opposte sul web tra chi concorda con Slow Wine e chi invece ritiene che i giudizi sul vino debbano prescindere dalle opinioni personali e politiche.
Piero Tallandini sul Messaggero Veneto riporta la “scomunica” ufficiale di Bressan apparsa in un articolo sul sito ufficiale di Slow Food:
“La guida Slow Wine ha sempre recensito con estremo favore i vini dellโazienda Bressan e il tipo di viticoltura che porta avanti. Ma Slow Wine รจ la guida dellโassociazione che in questi anni ha sviluppato progetti internazionali come Terra Madre e Mille Orti in Africa. Fin da subito ha deciso di tenere in ampia considerazione anche il lato umano dei produttori. Le frasi apparse sul profilo Facebook di Bressan sono talmente gravi, offensive e assurde da non meritare pubblicitร ”.
I vini di Bressan, assai conosciuti all’estero, dopo le due dichiarazioni sulla Kyenge divengono una cattiva pubblicitร per l’Italia e implicano:
“la sacrosanta indignazione che queste parole hanno sollevato a livello nazionale e in diversi Paesi dove i suoi vini sono conosciuti e dove lโeco di quelle frasi รจ giunta. Non si puรฒ accettare che appaia allโinterno di una qualsiasi pubblicazione di Slow Food”.
Le reazioni non si sono fatte attendere, tra chi ha condannato le parole di Bressan e chi invece condanna Slow Wine, rea di dover giudicare solo i vini e non le idee politiche dei suoi produttori. Intanto sempre da Facebook il vignaiolo Bressan ha respinto l’accusa di razzismo e precisato:
“ยซPer prima cosa chiedo scusa delle parole che ho usato ma voglio precisare che erano dettate da un momento di estrema rabbia nel veder sprecare i soldi pubblici da questo ministro, pagato dagli Italiani. Se vedessi Kyenge in balia delle onde di un mare in tempesta, sarei il primo a buttarmi in acqua per salvarla. Nella mia schiera di amici veri ci sono molte persone di colore, moltissimi ebrei sono nipote di emigranti che in Germania trovavano sui bar cartelli che dicevano โvietato lโingresso ai cani e agli italianiโยป.
Al Messaggero Veneto, che lo ha contattato, Bressan ha infine spiegato:
“ยซIo non sono un perbenista e per onestร intellettuale dico che non mi sono pentito dei concetti critici che ho espresso e se ho usato quel linguaggio ineducato e provocatorio lโho fatto per dimostrare che nel nostro paese ormai si viene ascoltati solo se si usano espressioni becere. Certo, tanti amici mi hanno detto che avrei dovuto usare termini diversi. Ma volevo mettere in risalto il problema del razzismo al contrario, di uno stato e di una politica che accettano con ipocrisia che dei disperati che scappano dalla gabbia della povertร e della guerra finiscano poi rinchiusi in unโaltra gabbia, quella dei Cie. ร questo il concetto di accoglienza secondo il ministro Kyenge? Io politicamente ho criticato tutti, da Berlusconi e Pd alla lega, da Fini a Di Pietro. A me non interessa la politica ma da cittadino mi sento indignato per la situazione di questo paeseยป”
