Gabriele Paolini, il processo di appello: "Ero innamorato, uscivamo anche con i genitori di lui" (Foto Ansa)
Il disturbatore tv Gabriele Paolini, noto per le sue oltre 35mila incursioni alle spalle degli inviati dei Tg, torna a far parlare di sé. Ma questa volta la faccenda è ben più seria. Paolini, già condannato in primo grado, è tornato in tribunale giovedì 17 settembre per la sentenza di appello.
In primo grado i giudici della quinta sezione penale del tribunale di Roma lo avevano condannato a 5 anni, a conclusione di un processo che lo vedeva accusato dei reati di sfruttamento e induzione alla prostituzione minorile, possesso di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale.
Il disturbatore tv, che ha sempre respinto le accuse con fermezza, ha detto ai giornalisti che “era innamorato” del 17enne con cui avrebbe avuto rapporti e “ha vissuto troppo liberamente la storia d’amore con lui”. Addirittura “usciva con lui e i genitori”.
Il ragazzo di 17 anni, che all’inizio difese Paolini, nel 2017 si costituito insieme ai suoi genitori Parte Civile nel processo contro il sabotatore tv.
La vicenda costò a Paolini l’arresto il 10 novembre del 2013, la detenzione in carcere per 19 giorni e altri 20 mesi di domiciliari.
In appello la difesa di Paolini ha sostenuto che “è un processo alla moralità pubblica perché non si accetta che Paolini è omosessuale e che questi ragazzi, di 16 e 17 anni, avessero rapporti omosessuali con lui”.
E’ stata quindi chiesta l’assoluzione perché “in realtà erano i ragazzi che si muovevano in comitiva, che gli chiedevano soldi, che lo chiamavano”.
La Parte Civile ha invece detto che “la sentenza di primo grado era chiara e ci sono tutti gli elementi in fatto e diritto per la condanna”. Cioè la conferma della condanna a 5 anni.