
GENOVA – Dopo l’evasione del serial killer Bartolomeo Gagliano il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri vuole punire, trasferendolo, il direttore del carcere di Marassi a Genova, Salvatore Mazzeo. Ma gli ottocento detenuti di Marassi si oppongono al trasferimento con uno sciopero della fame.
Una vicenda strana perché mette un ministro “sempre attenta alle esigenze umanitarie dei detenuti”, come ha detto di sé la Cancellieri difendendosi dall’accusa di aver favorito la scarcerazione di Giulia Ligresti, contro un direttore di carcere che è famoso per le sue iniziative per il recupero dei carcerati: teatro, arte e perfino una mezza maratona intorno alla prigione. Direttore per il quale si sono mosse anche le associazioni che lavorano dentro e fuori dal carcere, che hanno scritto una lettera aperta al ministro.
La Cancellieri, indulgente con se stessa nel caso Ligresti, si è mostrata severa con Mazzeo, che accusa di aver
mentito sul permesso dato al serial killer Bartolomeo Gagliano. “Sapeva che era un assassino”, ha detto il Guardasigilli, denunciando le «dichiarazioni temerarie» fatte da Mazzeo, quando a nome dell’istituto penitenziario ha sostenuto che non era in possesso di tutta la storia criminale di Gagliano.
Racconta Massimo Calandri su Repubblica:
“Solidarietà anche dal sindacato della polizia penitenziaria, da numerosi magistrati e legali del capoluogo ligure. «È stato un grandissimo equivoco, mi sono spiegato male», sostiene Mazzeo, ‘profondamente amareggiato’ per la piega presa dagli eventi e un provvedimento che giudica ‘eccessivo’. «Con Gagliano abbiamo rispettato la legge, ma è successo l’imponderabile. Il suo passato non doveva contare. È un impulsivo, ha dei problemi: ma non è pazzo. Scappando ha provocato guai a sé stesso e tanti altri, ha creato allarme sociale: però i giudizi sulle persone sono spesso fallaci». Il direttore di Marassi resta dell’idea che sia «improbabile» che un detenuto non rientri dal permesso premio, mentre il contrario è «sempre possibile». Da oggi, e fino all’8 gennaio, Mazzeo sarà ufficialmente in ferie. E poi? «Non so dove andrò: come tutti, ho solo sentito le dichiarazioni del ministro».
Il giorno di Natale, che avrebbe voluto trascorrere in famiglia a Savona e che è poi la chiave di tutta questa storia balorda, Bartolomeo Gagliano lo passerà invece nella prigione provenzale di Luynes.
Quanto a Gagliano, la polizia francese ipotizza legami con la camorra, che poi sarebbero il motivo della sua fuga dal carcere: un killer “non punibile” perché pazzo al soldo della criminalità, che evade, uccide e rientra.
“Il pluriomicida sarà estradato in Italia non prima di una settimana, forse addirittura con l’anno a venire. L’interrogatorio di convalida dell’arresto, presso il tribunale di Aix en Provence, è previsto per domattina: Gagliano sarà assistito da un avvocato d’ufficio ed un interprete. Nel frattempo rimane detenuto in isolamento, e guardato a vista, nella caserma di polizia di Auvare, a Nizza. Ci sono buone ragioni per credere che gli investigatori transalpini vogliano fare accertamenti più approfonditi sui tre giorni trascorsi dal ricercato in Costa Azzurra, e questo significa che le procedure per il suo ritorno a Genova saranno più lunghe del previsto. La polizia francese ha rispolverato vecchie segnalazioni su Bartolomeo Gagliano, che durante una delle sue fughe era sospettato d’essere entrato in contatto con elementi di vertice della camorra conosciuti negli anni Ottanta nel manicomio giudiziario di Aversa. Un sicario assoldato dalla criminalità organizzata, capace di sparare, e “non punibile” perché folle? Per la Brigade nizzarda, è un’ipotesi.
Come quella di un misterioso complice, con cui il pluriomicida si sarebbe incontrato la notte di martedì. Resta un enigma come si sia procurato la Beretta 7,65 usata durante la fuga e trovata nel cruscotto della Panda verde chiaro, e pure perché avesse anche proiettili di altro calibro e parecchio denaro contante a disposizione. Secondo alcuni testimoni, il giorno dell’arresto avrebbe parlato con un telefono cellulare, poi scomparso”.